Il guru dei media, Ross Dawson, prevede il sorpasso di Internet sui quotidiani Paese per Paese

“Italia: i giornali di carta moriranno nel 2027”

Mattia Bernardo Bagnoli

LONDRA – 2027, fuga dall’edicola. Quello infatti sarà l’anno in cui, anche in Italia, il glorioso quanto esangue giornale di carta andrà finalmente in pensione. Al suo posto smartphone, tablet, e-reader e quant’altro. A morire insomma non è il giornalismo in sé, ma solo un modello distributivo, che fra meno di 10 anni inizierà a sparire un po’ in tutto il mondo. I primi a dire addio al quotidiano, così come lo conosciamo, saranno gli Usa nel 2017, seguiti da Gran Bretagna e Islanda nel 2019.

Ross Dawson

Se, infatti, la migrazione sul wifi è un trend inarrestabile e globale, la sua applicazione pratica dipende da fattori nazionali come sviluppo economico, regolamentazioni, sostegno pubblico all’editoria. Sono le previsioni di Ross Dawson, guru australiano dei media, imprenditore e autore di numerosi libri sulla comunicazione. Dawson ha pubblicato il risultato dello studio, chiamato “Newspaper Extinction Timeline”, sul suo blog – venendo così ripreso da diversi media come The Australian, The Guardian, Editor & Publisher.
“Nel 2022 – scrive Dawson – i giornali come sono fatti oggi diventeranno irrilevanti in Australia. I profitti nel mondo dei media cresceranno enormemente ma saranno diversamente distribuiti”. Il punto chiave, valido in Australia e altrove, è il fatto che l’industria dell’informazione sta virando verso una realtà dominata dal contenuto e dalle connessioni sociali. Una rivoluzione potenzialmente positiva a patto che “i media tradizionali sappiano reinventarsi e partecipare a questa fase di crescita”. I successori dell’iPad – “riconosciuto come il precursore” – saranno allora i mezzi principali di accesso alle informazioni. I modelli base (nel 2020) costeranno appena 10 dollari e spesso e volentieri verranno offerti gratuitamente – magari con l’abbonamento a un periodico. Quelli più sofisticati saranno invece “piegabili o arrotolabili” e “interattivi”.

Detto questo, il giornalismo non cambierà solo nella forma ma anche, per certi versi, nella sostanza. “Percentuali sostanziali d’inchieste, servizi e notizie saranno “dragate” da orde di dilettanti supervisionati dai professionisti”, dice ancora Dawson. In opposizione al “citizen journalism” vi saranno però una serie di esperti di settore e firme importanti che, “grazie alla loro reputazione”, faranno da guida al pubblico. Reputazione che, una volta perduta, sarà però molto difficile da recuperare.
Prima dell’Italia, nella tabella dell’estinzione dei quotidiani, figurano il Canada e la Norvegia (2020), la Nuova Zelanda, la Spagna, la Repubblica Ceca, Taiwan (2024), la Sud Corea, la Russia urbana, il Belgio (2026). Dopo l’Italia verranno, invece, paesi come la Francia (2029), la Germania (2030), il Giappone (2031), la Mongolia (2038) e l’Argentina (2039). Dal 2040 in poi sarà la volta del resto del mondo. E’ internet, bellezza.

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