Nel 1° anniversario della morte, oggi iniziative a Paravati e Roma e speciali in TV su Rai 1, Rai 2 e Sky

Natuzza Evolo è sempre con noi

7 giugno 2008: Natuzza Evolo riceve il Premio l’Affabulatore d’Oro, ideato dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria, e la tessera n. 1 dell’Ucsi Calabria dal presidente Carlo Parisi, alla presenza dei vescovi Salvatore Nunnari e Luigi Renzo e di don Pippo Curatola

PARAVATI DI MILETO (Vibo Valentia) – Un anno fa, il 1 novembre 2009, a Paravati, moriva a Natuzza Evolo, la mistica veggente che parlava con Gesù, la Madonna, San Francesco di Paola, Padre Pio ed altri santi, e con le anime dei defunti, nota per le stigmate che sudavano sangue, sulle sue mani, nel periodo di Quaresima.
La vita di Natuzza è stata semplice e umile, povera e nascosta, ma allo stesso tempo straordinaria, per il nascere e crescere di alcuni fenomeni di cui lei è stata ignara spettatrice e docile strumento. Natuzza non è mai andata a scuola, non sapeva leggere né scrivere. Fin da bambina ha avuto il dono della bilocazione e di parlare con l’angelo custode, un bambino di otto-nove anni che la guidava e la consigliava nel dare risposte che solo una persona colta avrebbe potuto dare.
In occasione del primo anniversario della morte, Natuzza sarà ricordata oggi, alle ore 16, a Paravati, con una messa nella cappella della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime. Nella piccola frazione di Mileto sorge il centro polifunzionale, da lei fatto costruire con le offerte dei moltissimi visitatori, per dare ospitalità e assistenza agli anziani. Qui si trova la cappella che ospita la tomba di mamma Natuzza (aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.30). E qui sta sorgendo la grande chiesa, con annessi centro anziani e casa di cura per malati terminali.
“Non è stata una mia volontà – ha spiegato la stessa Natuzza nel suo testamento spirituale – io sono la messaggera di un desiderio manifestatomi dalla Madonna nel 1944, quando mi è apparsa nella mia casa, dopo che ero andata sposa a Pasquale Nicolace. Quando l’ho vista, le ho detto «Vergine Santa. Come vi ricevo in questa casa brutta?». Lei mi ha risposto: «Non ti preoccupare, ci sarà una nuova e grande chiesa che si chiamerá Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e una casa per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno». Allora ogni volta che io vedevo la Madonna, Le chiedevo quando ci sarebbe stata questa nuova casa, e la Madonna mi rispondeva: «Ancora non è giunta l’ora per parlare». Quando l’ho vista nel 1986 mi ha detto: «L’ora è giunta». Io, vedendo tutti i problemi delle persone, che non c’e posto dove ricoverarle, ho parlato con alcuni miei amici che conoscevo e con il parroco don Pasquale, e allora loro stessi hanno formato questa Associazione. L’Associazione è per me la sesta figlia, la più amata”.
Sempre oggi, alle ore 18, a Roma, una messa in sua memoria sarà celebrata a Santa Maria in Aquiro, la chiesa nel cuore della capitale, da tempo legata a Natuzza, dove si riuniscono periodicamente cenacoli di preghiera da lei voluti. La mistica di Paravati sarà ricordata nell’omelia. “Conoscevo Natuzza dal 2004. Era una donna di Dio – ha raccontato all’Adnkronos padre Vincenzo, parroco di Santa Maria in Aquiro – aveva il dono straordinario di dare speranza, la speranza di una fede vera, che scaturisce dall’incontro con Cristo nella preghiera e dalla sofferenza. Natuzza – prosegue padre Vincenzo – soffriva molto, era stata a lungo malata. Fino allla fine, però, aveva voluto incontrare le persone, diceva, per dare loro speranza. Quando stava male diradava gli incontri ma comunque incontrava chi andava da lei, magari parlando con un filo di voce. Ma quando entrtava in contatto con le persone sembrava quasi che non soffrisse più, il suo stato dololoso sembrava si sublimasse nel rapporto con la gente. Anche a noi sacerdoti – aggiunge il parroco – chiedeva di essere vicini alla gente, ci invitava all’obbedienza alla chiesa, al vescovo e al Papa”.
Natuzza nella sua vita ha accolto migliaia di persone che arrivavano a Paravati da ogni parte d’Italia. Non sapeva leggere né scrivere, aveva il dono della bilocazione e parlava con l’angelo custode, che la guidava e le dava consigli per dare risposte che solo una persona colta potrebbe dare. Chi l’ha incontrata ricorta il suo sorriso, la sua capacità di entrare in contatto e, con poche e semplici parole, di toccare il cuore di tutti quelli che le chiedevano aiuto.
Natuzza raccontava così, riferisce ancora padre Vincenzo, la sua capacità di parlare con i defunti: “Non li evoco, è il Signore che permette che io parli con loro”. Il sacerdote ricorda poi un episodio riguardo alle sudorazioni ematiche, più evidenti durante la Quaresima, quando prendevano la forma di stigmate, e che si trasformano, a contatto con bende o fazzoletti, in emografie: testi di preghiera in varie lingue, calici, ostie, Madonne, cuori, corone di spine. “Era ospite della foresteria di un convento di suore, qui a Roma, e cominciarono a sanguinarle le ferite sulle mani. Poggiò un fazzoletto ripiegato sulle stigmate e vi comparve la scritta «io sono l’Immacolata concezione»”.
Per quanto riguarda il processo di beatificazione, da più parti invocato, già subito dopo la morte di Natuzza, quando sul web si diffusero gli appelli di chi la voleva “Santa subito”, padre Vincenzo precisa: “Si sta cominciando a raccogliere documentazione. Devono passare i 5 anni canonici, del resto anche lei lei avrebbe voluto così”.
La parrocchia di Santa Maria in Aquiro è da tempo legata a Natuzza. La chiesa di Piazza Capranica organizza, infatti, ogni terzo sabato del mese, i cenacoli di preghiera voluti proprio dalla mistica di Paravati, nel corso dei quali si ripete la supplica alla Madonna così come la recitava Natuzza da quando era una bambina, e che fu trascritta da una sua vicina che era con lei e la ascoltava pregare. “Ai cenacoli si riuniscono circa duecento persone – spiega padre Vincenzo – si parte con l’invocazione dello Spirito Santo, segue il Vangelo della domenica seguente, poi la catechesi, il rosario, la benedizione eucaristica e infine la supplica alla Madonna, come la faceva Natuzza fin da quando aveva 9 anni”.
Oggi, in occasione dell’anniversario della morte di Natuzza, ci saranno anche una serie di trasmissioni televisive che la ricorderanno. Stamane, alle 10.30 su Rai 1, “A sua Immagine” dedica la puntata alla sanità, con un’intervista a Luciano Regolo, autore del libro “Natuzza Evolo. Il miracolo di una vita”. Il conduttore Rosario Carello sarà la linea a Paravati, per una speciale diretta su “Natuzza, la donna di preghiera”. La trasmissione precede l’Angelus di Papa Benedetto XVI, in diretta alle ore 12 da Piazza San Pietro, in Vaticano. Alle 12.40 sarà la volta de “I fatti vostri”, il programma di Rai 2 diretto da Giancarlo Magalli per la regia di Michele Guardì, con uno spaccato sulla figura di Natuzza, intitolato “Il regalo mio è la chiesa!”, raccontato da ospiti in studio e in collegamento con Paravati.
Alle 23.30, su Rai 1, andrà in onda una puntata di “Porta a Porta” interamente dedicata a Natuzza, della quale saranno ospiti di Bruno Vespa, tra gli altri, il vescovo ausiliare dell’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, e l’attore Walter Nudo.
Inoltre, su Sky 904, per tutta la giornata di oggi, verranno trasmessi degli speciali sulla vita di “Mamma Natuzza”…nonché la registrazione dei funerali dello scorso anno. In prima serata, inoltre, andrà in onda una trasmissione sulle testimonianze di alcune persone che hanno conosciuto Mamma Natuzza, essendo lei vicina a chi soffre con guarigioni inspiegabili.
Ieri, intanto, la trasmissione di Rai 2 “Sulla via di Damasco”, condotta da mons. Giovanni D’Ercole, è stata dedicata al tema delle nuove forme di evangelizzazione. Tra i servizi della puntata, è andato in onda un contributo dedicato a Natuzza, realizzato da Raffaele Genovese. De “La Chiesa di Mamma Natuzza” hanno parlato il parroco di Paravati e presidente della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, don Pasquale Barone, Salvatore Oppido, Andrea Mussari e Padre Michele Cordiano, padre spirituale di Natuzza Evolo e vice presidente dell’Ucsi Calabria, la sezione calabrese dell’Unione Cattolica Stampa Italiana ricostituita, il 7 giugno 2008, proprio nella sede della Fondazione nata per volontà di Natuzza Evolo. I giornalisti cattolici, guidati dal presidente Carlo Parisi, dai vescovi giornalisti Salvatore Nunnari e Luigi Renzo, e dal padre spirituale dell’Ucsi Calabria, don Pippo Curatola, nell’occasione, hanno consegnato ad honorem la tessera numero 1 dell’Ucsi Calabria a Natuzza, alla quale è stato anche consegnato il Premio Affabulatore d’oro, ideato e promosso dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria, quale tributo alle  sue straordinarie doti di “comunicatrice di Verità”.


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