Il commento del decano dei giornalisti della Calabria sulle affermazioni di Pignatone in tv

L’informazione in Calabria, regione vassalla

Antonio La Tella

REGGIO CALABRIA – “Se a Reggio Calabria ci fosse un’informazione attenta – sentenzia il procuratore Giuseppe Pignatone – sarebbe meglio di un arresto”. Il magistrato si riferisce “alla mancanza di una stampa nazionale nella città dello Stretto: a Reggio non c’è una sede dell’Ansa, non una sede Rai, non un quotidiano nazionale. E questo – afferma il procuratore – si sente”.
Al contrario “a Reggio, ma possiamo tranquillamente dire in tutta la Calabria, esiste un cono d’ombra informativo, in cui troppi fatti si perdono”.
Nicoletta Giorgetti coglie, con giusta ragione, questo aspetto non secondario del caso Reggio denunciato alla Tv dal titolare della Procura reggina; ed osserva dal canto suo in una nota pubblicata nei giorni scorsi su Giornalisti Calabria: “Non fa sconti Pignatone, che, anzi, rimarca la questione ad oltranza. Nel caso in cui qualcuno non avesse sentito: “Me la sono presa più volte con i giornalisti nella mia attività di magistrato, rei, a mio avviso, di non aver riportato tutto o di aver tralasciato elementi importanti nel dar conto di vicende giudiziarie. Ritengo che l’informazione abbia un ruolo fondamentale nella società. E che debba, quindi, esercitarlo”.
Ineccepibile. Se, però, mi è concesso qualche rigo di commento sulla scorta della mia non breve esperienza sul fronte dei giornalismo più impegnato, vorrei porre l’accento sulla condizione subalterna, propria di una regione che è marginale rispetto alle regioni del nord Italia tanto più ricche della nostra; e condannata ad una irrilevanza senza scampo a causa della sua scarsa presenza nel mondo della cultura e dell’informazione.
Nell’economia globalizzata di oggi prevale chi ha più voce nel mondo della comunicazione, quindi chi dispone di adeguati strumenti nei settori della grande editoria e del giornalismo: chi produce e vende cultura.
Insomma, chi ha la possibilità di dare sostegno alle risorse locali. Noi stiamo, inerti, nel fondo dello stivale, tutti raccolti attorno alle nostre piccole cose, in mezzo alle inadeguatezze strutturali dell’apparato pubblico ed alle colpevoli inerzie della iniziativa privata. Vivacchiamo nell’attesa di una improbabile riscossa. Improbabile proprio perchè non arriva mai.
Avremmo, certo le nostre buone ragioni da far valere: ma in che modo, con quali mezzi, se i più importanti giornali stanno a Roma o a Milano, un po’ a Napoli e Palermo, forse anche a Bari ed a Catania; se la Tv che conta sta in riva al Tevere: se il confronto, quando si propone, avviene fra Roma e Milano, tra Milano e Torino, tra la ricca Emilia-Romagna, e l’intraprendente nord-est; tra il Piemonte sabaudo ed i palazzi della politica, tutti dislocati nella Capitale? Siamo costretti entro una tenaglia che ci soffoca, tra le spinte autonomistiche della Sicilia e le insofferenze bossiane del nord.
E’ proprio una tragedia. Ah, che tasto ha toccato la solerte Nicoletta Giorgetti…

Antonio La Tella

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