I giornalisti chiedono al direttore se è d'accordo con la chiusura di Bologna e Firenze

Il silenzio di Concita De Gregorio

Concita De Gregorio, direttore de l'Unità

ROMA – “Ci troviamo di fronte ad una decisione grave e unilaterale che mette a rischio altri 11 posti di lavoro in una redazione che ha già sostenuto per intero la propria parte di sacrifici con l’uscita forzosa di una cinquantina di colleghi e il ricorso alla Cigs a rotazione. I ricatti sono inaccettabili. Si ritiri quella decisione e si affronti con senso di responsabilità il confronto con il comitato di redazione e i fiduciari di Bologna e Firenze. E’ l’unica strada per garantire un futuro a l’Unità”. L’Assemblea delle redattrici e dei redattori de l’Unità, motiva così la decisione di confermare lo stato di agitazione ed affidare al comitato di redazione un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero contro la sospensione delle pubblicazioni delle edizioni della Toscana e dell’Emilia Romagna a partire dal prossimo 15 ottobre.
“Le rinnovate manifestazioni di solidarietà, espresse in questi giorni dai lettori e da molti esponenti del mondo politico, istituzionale, economico e sindacale – affermano i giornalisti – chiamano l’editore, Renato Soru, a verificare fino in fondo le disponibilità sin qui manifestate per mantenere in vita le edizioni locali del giornale e per non procedere sulla strada di tagli insensati che metterebbero a rischio la vita stessa della testata. L’editore faccia chiarezza sulle sue intenzioni dato che, mentre viene annunciata la chiusura delle redazioni della Toscana e dell’Emilia Romagna – aree di storico radicamento e maggiore diffusione del quotidiano – diventano sempre più insistenti e senza formale smentita le notizie di nuove iniziative editoriali in Sardegna che vedrebbero interessato lo stesso Renato Soru. L’Unità va salvata e rilanciata”.
Secondo i giornalisti, “per questo serve un gioco di squadra. La redazione, compatta, farà la propria parte e chiede al direttore di far sentire la propria voce. Stupisce e sorprende, ancora oggi, il silenzio di Concita De Gregorio a fronte della ipotizzata chiusura delle redazioni locali. Se non è d’accordo con le scelte dell’editore lo dica forte e chiaro. Tacere è segno di sostanziale assenso verso un progetto che tra l’altro, condanna progressivamente il giornale ad un futuro di marginalità, che contraddice la sua storia e la sua giusta ambizione ad avere una funzione nel futuro”. I giornalisti, al contrario, si dicono “convinti che l’Unità abbia un ruolo importante da giocare nel panorama dell’informazione democratica e una funzione decisiva per il dibattito politico, culturale, economico e sindacale del Paese. Alla crisi delle vendite – aggiungono i giornalisti de l’Unità – si può e si deve reagire ripensando complessivamente ruolo e progetto del giornale”.
L’Assemblea delle redazioni di Roma, Firenze, Bologna e Milano, per questi motivi, ha approvato all’unanimità la proposta del Cdr di promuovere iniziative pubbliche sul ruolo e sul futuro de l’Unità da tenere a Bologna, Firenze e in Sardegna, regione dove è nato il fondatore del quotidiano, Antonio Gramsci. E di organizzare nelle prossime settimane a Roma, d’intesa con Fnsi e associazioni territoriali di categoria, una manifestazione nazionale per rilanciare il giornale”.

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