Famiglia Cristiana: "l'Italia affonda nella melma dei dossier e dei veleni"

Stanchi della politica degli stracci

“La politica degli stracci” è il titolo dell’editoriale di “Famiglia Cristiana, in edicola da domani. Ad anticiparlo è stato, oggi, il sito del settimanale cattolico, www.famigliacristiana.it, che dedica il “Primopiano” del n. 34 del giornale all’Italia che affonda nella melma dei dossier e dei veleni, tra risse e regolamenti di conti.
<<L’immagine che più si addice alla politica di questa torbida estate – si legge nell’editoriale del settimanale diretto da don Antonio Sciortino – è il proverbiale campo di Agramante di ariostesca memoria, dove regna una discordia confusionaria e suicida, mentre il nemico (lo spettro della crisi) è alle porte. Dossier, minacce e ricatti velenosi volano come stracci, in un’Italia ridotta alle pezze. E con avversari da polverizzare, con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra bruciata contro chi canta fuori dal coro.

Il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino

Veleni e schizzi di fango – sottolinea Famiglia Cristiana – volano ovunque. Con politici lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Settembre riserverà un brusco risveglio. La ripresa è debole, soggetta alla pesante concorrenza dei nuovi mercati dell’Estremo Oriente. A scuola, anche quest’anno, la campanella suonerà a vuoto per decine di migliaia di docenti precari. In attesa, da anni, di una sistemazione.
Il Paese che si avvia a celebrare l’unità d’Italia – continua l’editoriale del settimanale cattolico – è stufo di duelli, insulti e regolamenti di conti. Una politica responsabile, che miri al bene comune, richiederebbe oggi, da tutti, un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, e un’intesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti. Non più comparse da soap opera, ma persone di provata competenza e rigore morale. Minacciare il ricorso alla piazza o tirare a campare con una “tregua armata” non sana le profonde ferite di questi giorni. Tantomeno ridà credibilità a una politica offuscata da ampie zone d’ombra. Il Paese è paralizzato. Sotto ricatto. Leggi e favori, come al “mercato delle vacche”, sono oggetto di baratto: federalismo in cambio di intercettazioni. I dossier vanno e vengono dai cassetti, con minacce di “bombe esplosive” (ma chi sa, perché non parla già ora?). Manca, come ha scritto il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, «una cultura politica della complessità e del suo governo». S’è perso di vista il bene prioritario del Paese, come ha ammonito il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, nell’omelia dell’Assunta.
Anche la questione morale – prosegue il giornale edito dalla San Paolo – è ormai arma di contesa. Dalla politica “ad personam” siamo al “contra personam”. Ma la giusta esigenza di chiarezza vale per tutti. Sia per chi ha la pagliuzza che per chi ha la trave nell’occhio. La clava mediatica (o il “metodo Boffo”) contro chi mette a nudo il re è un terribile boomerang, in un Paese che affoga in una melma di corruzione, scandali e affari illeciti.
Disfattista – conclude Famiglia Cristiana – non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto di regole e istituzioni. Nel campo di Agramante italiano si alzano polveroni, utili solo a fini propagandistici. Per soddisfare la voglia d’una contesa elettorale che sbaragli, per sempre, l’opposizione. Come in passato, urge anche oggi l’appello di don Sturzo “ai liberi e forti”. Prima che sia troppo tardi>>.

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