L'Ordine dei giornalisti chiamato ad aprire un fascicolo sullo scontro Feltri-Fini

Violate le regole deontologiche?

Vittorio Feltri

Gianfranco Fini

ROMA (Agi) – Inascoltato. L’appello di Giorgio Napolitano perché cessino gli attacchi al Presidente della Camera non ha sortito l’effetto sperato anzi lo scontro sul caso della “famigerata” casa di Montecarlo sta toccando il punto più aspro. All’affondo de “il Giornale” che a tutta pagina accusa Fini di mentire è arrivata prima la smentita del portavoce della terza carica dello Stato che accusa il quotidiano “delirio diffamatorio”. Quindi la controreplica del giornale di Feltri che conferma e rilancia le accuse. “Ho sempre ritenuto che nessun contrasto politico debba investire impropriamente la vita delle istituzioni – afferma Napolitano dalle colonne de l’Unità – perciò è ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell’attività legislativa”.

Ma in edicola, stamane c’era anche “il Giornale” che in prima titolava: “La prova: Fini  mente”. L’editoriale del direttore e gli articoli sul caso di Montecarlo danno corso all’attacco piu’ violento dall’inizio dello scandalo o presunto tale. Nella ricostruzione si afferma che Fini insieme ad Elisabetta Tulliani, ha arredato la casa acquistando i mobili in un negozio romano. Nell’articolo si citano due fonti anonime che raccontano delle visite della compagna del presidente e dello stesso presidente al negozio.”Quanto pubblicato oggi da Il Giornale è l’ennesima dimostrazione di un delirio diffamatorio che ha portato Feltri ad abdicare ai doveri minimi del giornalista – dichiara Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera – Pur di denigrare il presidente Fini, Feltri propone ricostruzioni fantasiose basate su improbabili racconti di personaggi che si celano dietro l’anonimato: in questo modo la calunnia diventa notizia, e la realtà un dettaglio trascurabile.
Il tribunale accerterà la grave diffamazione e il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti la violazione delle regole deontologiche”.
Il quotidiano conferma e rilancia: sull’edizione di domani pubblicherà fatture, contratti e nome e cognome dei testimoni.
 Intanto Niccolò Ghedini, avvocato del premier, in una nota afferma che l’articolo su “l’Unita” di oggi, in relazione all’acquisto della casa di Arcore da parte di Silvio Berlusconi, è “palesemente diffamatorio “. “Le dichiarazioni di Beatrice Rangoni Machiavelli, le cui posizioni di aspro contrasto politico nei confronti del centrodestra e in particolare del Premier sono ben note, sono destituite di ogni fondamento. Il prezzo pagato per l’immobile – prosegue Ghedini – è stato esattamente quello prefissato e richiesto dalla proprietà. L’esecutore testamentario era l’avvocato Giorgio Bergamasco. L’avvocato Cesare Previti non ha avuto ruolo nella vicenda” .

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