Assange conferma la pubblicazione di altri 15 mila documenti del "Diario afgano"

Wikileaks, presto altri dossier online

LONDRA – Wikileaks non demorde e, nonostante la selva di critiche, conferma che pubblicherà i 15.000 documenti finora non resi noti del “Diario afghano”, la raccolta di 91.000 informative segrete sul conflitto in Afghanistan.
“Assolutamente si”, ha detto il fondatore Julian Assange a chi gli chiedeva, nel corso di un dibattito organizzato dal Frontline Club a Londra, se avrebbe mantenuto l’impegno di rendere noti i documenti rimasti nel cassetto, per la gran parte riferiti al 2010.

Julian Assange

“Siamo a metà del lavoro”, ha aggiunto Assange, per nulla sorpreso dal clamore suscitato dalla pubblicazione del “Diario afghano”: “Ci aspettavamo le critiche”, ha detto senza voler precisare da dove si fosse messo in collegamento video con la sala della conferenza.
Altrettanto decisa la reazione dello staff di Assange alle nuove critiche piovute ieri da Reporter Senza Frontiere, che per bocca del segretario generale Jean-Francois Julliard e della responsabile dell’ufficio di Washington, Clothilde Le Coz, ha bollato come irresponsabile la decisione di pubblicare la documentazione sull’Afghanistan.
“Rivelare i nomi di centinaia di afghani che hanno collaborato con la coalizione è estremamente pericoloso”, si legge nel testo di Rsf che non si discosta poi molto da quello sottoscritto tre giorni fa da cinque Ong, tra cui Amnesty International, che hanno chiesto ad Assange di “cancellare i nomi” di coloro che hanno collaborato con le truppe Usa od il governo di Kabul.
La replica a Rsf è arrivata su Twitter con una battuta al vetriolo: “Reporters Sans Fact-cheking (Reporter senza verifica dei fatti, ndr) ha fatto un comunicato idiota”, tuona l’account di Wikileaks.
Le critiche delle Ong si uniscono a quelle dei militari: il Pentagono, il 5 agosto scorso, ha chiesto a Wikileaks di consegnare i 15 mila documenti segreti sulla guerra in Afghanistan finora rimasti chiusi a chiave. La diffusione della documentazione, anche secondo il Pentagono, espone a rischi persone ed operazioni, e decine di esperti di intelligence sono al lavoro per esaminare i documenti resi noti per mettere in guardia governi stranieri e cittadini afghani su eventuali rischi concreti.
La pubblicazione degli altri documenti sarebbe “altamente irresponsabile”, ha detto il portavoce del Pentagono, Geoff Morrell, dopo l’ultimo annuncio di Assange: “E’ difficile credere in qualsiasi cosa dica Wikileaks, ma la nostra posizione sulla vicenda è ora ben nota a tutti. Pubblicare altri documenti dopo aver sentito le nostre preoccupazioni per la sicurezza sarebbe altamente irresponsabile, metterebbe troppe vite a rischio”. (Ansa)

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