E’ stato un luglio laborioso, per il Fondo Pensione Complementare, fatto di contatti e verifiche per una più vantaggiosa gestione delle rendite e sui due obiettivi che ci siamo dati entro fine mandato: l’ingresso dei freelance e dei figli a carico.
Facciamo, quindi, il punto prima della ripresa autunnale, ricordando che comunque le informazioni generali e l’aggiornamento della posizione personale sono visibili sul sito (www.fondogiornalisti.it), che è stato reso più chiaro, arricchito di nuove funzioni e con caselle postali dedicate (il cui utilizzo è preferibile al telefono perchè resta traccia della comunicazione e consente l’invio di allegati).
Ricordiamo, poi, che il Cda del 19 luglio ha preso atto dei dati semestrali (comparto Prudente -1,126%, comparto Mix -3,666%, comparto Garantito -0,0009%, comparto Crescita -1,050%), non esaltanti ma in linea con la flessione dei mercati e comunque migliori della media dei fondi: la tabella dei rendimenti è, comunque, stata superata dai guadagni della seconda settimana di luglio.
Prima di rinviare al testo, che analiticamente spiega il percorso ad ostacoli per una migliore erogazione delle rendite, e sul quale (importante) c’è il consenso anche degli editori, riassumo la questione. A fine corsa lavorativa il collega con una cifra consistente accantonata, oggi può (domani: dovrà) richiedere una rendita anziché la liquidità. Ma il percorso standard, privilegiato dalla legge, prevede che il Fondo consegni il patrimonio del collega ad un’assicurazione e che sia questa a pagargli la pensione integrativa. Ci sono però tre “ma” che finiscono con l’eroderne il patrimonio: il primo è il computo sull’attesa di vita (effettuato dalle assicurazioni su una data sfavorevole), il secondo sono i costi di gestione assicurativi, il terzo sono i pur legittimi guadagni dell’impresa assicuratrice. Allora abbiamo indagato la possibilità di far erogare la seconda pensione da chi, già erogando la prima cioè l’Inpgi, possiede competenza ed archivio beneficiari; beninteso mantenendo rigorosamente separate le due gestioni e applicando le tabelle-vita della popolazione giornalistica, assai più favorevoli. Il seguito a “Una rendita migliore con lo stesso patrimonio”.
Quanto all’ingresso nel Fondo dei colleghi freelance già iscritti all’Inpgi 2, qui il problema è capovolto. Il percorso per ottenere il consenso degli enti vigilanti dovrebbe essere agevole, ma la legge prevede che a monte ci debba essere la condivisione delle parti, cioè del sindacato Fnsi e dei datori di lavoro Fieg. E gli editori per ora frenano. Purtroppo il Cda del Fondo può solo prendere atto, ma io sono ottimisticamente convinta che ben argomentando le ragioni di equità e in vista di un rinnovo contrattuale (parte economica) le parti possano trovare un’intesa negoziale. Noi le “aiutiamo” con sollecitazioni e analisi…
Invece la possibilità di iscrivere i figli minori o comunque a carico sarebbe una tutela a cui molti genitori sono sensibili, di fronte al dilagare della precarietà lavorativa per le future generazioni. Anche su questo abbiamo sollecitato l’ente vigilante, che sembra aperto ed al quale sottoporremo una proposta articolata. Tenendo conto che già dodici fondi, sia pur in prevalenza minori, contemplano questa possibilità. La posizione del figlio non ha un proprio abbattimento fiscale, ma partecipa di quello consentito al genitore intestatario. Ma attenzione: siccome il diritto a permanere nel Fondo (o a trasferire la posizione in un altro) diverrebbe soggettivo, cioè non vincolato alla volontà o all’erogazione genitoriale, sembra difficile negargli una tassazione favorevole. Beninteso dopo apposita battaglia e facendo massa critica con gli altri fondi…