Fondo pensione complementare: nodo da sciogliere l’affidamento dell’erogazione

Solo con l’Inpgi rendite più alte

ROMA – Il Fondo Giornalisti, ovvero Fondo Pensione Complementare dei Giornalisti Italiani, opera per assicurare a tutti gli iscritti rendite più alte. Questo l’obiettivo di partenza. Come è noto, le norme di legge sulla previdenza complementare impongono a tutti i fondi di stipulare convenzioni con società di assicurazioni per l’erogazione delle rendite, ovvero delle pensioni integrative. Ogni iscritto al fondo matura nel corso della sua permanenza un capitale, integrato dal flusso contributivo mensile, nonché dagli utili maturati annualmente. Al momento della pensione, la somma complessiva cumulata deve essere affidata ad una assicurazione che ne calcolerà ed erogherà la rendita. E’ evidente che ogni assicurazione calcola la redditività delle somme ricevute sulla base delle proiezioni di indici generali sulla media della vita. Inoltre, come è ovvio, ogni assicurazione definisce un costo per le sue prestazioni che ricade sulle singole posizioni.
La più recente normativa sui fondi pensione complementare ha, però, introdotto due nuove possibilità relativamente all’erogazione delle rendite: la prima prevede che le rendite siano erogate direttamente dal fondo pensione, la seconda che le stesse possano essere erogate da un istituto  previdenziale. Questa apertura della legge ci ha consentito di verificare la possibilità di percorrere entrambe le strade alternative a quella delle assicurazioni.
Ovviamente, il fondo ha tempestivamente richiesto alle maggiori compagnie assicurative italiane di formulare una loro offerta. Dall’analisi delle offerte pervenute è emersa una short list di candidati ai quali è stato richiesto di raffinare la loro proposta. Questo è stato il dato di partenza. Successivamente, il Fondo giornalisti ha analizzato la possibilità di prevedere l’erogazione diretta delle rendite da parte del fondo stesso. E’ emerso che questa scelta comporterebbe la creazione di un impianto strutturale e l’assunzione diretta di personale con costi non concorrenziali con quelli prospettati dalle compagnie di assicurazione.
Resta l’altra via: quella di affidare l’erogazione delle rendite a un istituto previdenziale. Come è evidente, questa opzione è facilitata dal fatto che per la popolazione giornalistica esiste un istituto ad hoc di previdenza, l’Inpgi, e che l’affidamento all’Inpgi anche dell’erogazione della pensione complementare non comporterebbe elevati oneri di impianto e di gestione, per la totale coincidenza della popolazione del fondo con quella dell’Inpgi.
Ed infatti, dopo aver formalizzato una richiesta all’Inpgi, il Fondo giornalisti ha ottenuto una risposta positiva e cioè che se l’erogazione delle rendite fosse affidata all’Inpgi i colleghi riceverebbero, a parità di capitale versato, una integrazione pensionistica più alta di quella che offrono le assicurazioni.
Questa constatazione ha indotto il Fondo a verificare la percorribilità giuridica di questa via, che pur prevista dalla norma di legge, non è stata sino ad oggi messa in atto da nessun fondo di pensione complementare. Il Fondo ha, perciò, iniziato un percorso, ancora informale, di consultazione con i propri tecnici per verificarne i tempi e la percorribilità. I fondi di pensione complementare sono soggetti al controllo della Covip, Commissione di Vigilanza prevista dalla legge, nonché del Ministero del Lavoro. Per raggiungere l’obiettivo è necessario, non solo il parere conforme e positivo sia della Covip che del Ministero del Lavoro, ma anche realizzare atti e procedure, che allo stato non sono facilmente individuabili, atteso che sino ad oggi non è stato mai emanato un regolamento ministeriale sulla materia.
Nei primi incontri informali delle scorse settimane è emerso che esistono sostanzialmente due aspetti ai quali è necessario trovare una risposta. Il primo riguarda il controllo dell’ente erogatore. Oggi, infatti, le società di assicurazioni sono sottoposte al controllo dell’Isvap. Se l’attività di erogazione delle rendite fosse affidata all’Inpgi chi sarebbe il controllore? Certamente non l’Isvap, almeno cosi appare ad un primo approccio. E allora? Dovrebbe essere la Covip? Dovrebbe essere il Ministero del Lavoro? La Covip, però, esclude di avere allo stato attuale gli strumenti tecnici operativi per effettuare un’attività di controllo di questo genere. Il secondo aspetto riguarda il tema della garanzia da rischio. E’ evidente, che le società di assicurazione sono coperte dai rischi. Affidando all’Inpgi l’attività di erogazione come sarebbe coperto il rischio?
Non sono interrogativi pleonastici, né questioni marginali. Il Fondo giornalisti ritiene, però, che non siano ostativi e che si possa sul piano tecnico individuare le soluzioni più adeguate. Subito dopo la pausa estiva, il Fondo formalizzerà la propria richiesta sia alla Covip sia al Ministero del Lavoro, convinto dell’opportunità di questa scelta. Lo è il Consiglio di Amministrazione del fondo, ma ne sono convinte anche le parti sociali che l’hanno voluto e costituito. L’obiettivo comune è quello di dare agli iscritti non solo un servizio migliore e più efficiente, ma anche quello di garantire pensioni più alte.

I commenti sono chiusi.