Sbagliata l’idea dell’Agcom di eliminare i primi 9 numeri dal telecomando del digitale terrestre

Un vantaggio per i soliti noti

L’idea dell’Autority delle Comunicazioni di eliminare i primi nove numeri dal telecomando programmato per la televisione digitale terrestre non è condivisile. Vìola un essenziale principio di necessario “federalismo televisivo” e non appare rispettoso delle scelte, delle abitudini, degli orientamenti del pubblico di riferimento di ciascuna area regionale. Assegnando la numerazione automatica dal numero 1 al numero 9, esclusivamente a televisioni a diffusione nazionale, ancorché spesso territorialmente molto indietro nelle scelte e negli ascolti dei vari pubblici locali, si rischia, infatti, di determinare uno squilibrio grave negli assetti di sistema e anche nelle condizioni del mercato televisivo. Si potrebbe dire che si determina un vantaggio per i soliti noti.

Con questo tipo di orientamento, televisioni locali che si sono conquistate posizionamento primario, ben sopra le scelte fatte, regione per regione, rispetto a molti canali nazionali, vengono penalizzate e, ingiustamente, esposte a rischi di ridimensionamento negli ascolti e nel mercato delle risorse.Si apre un rischio reale anche per i lavoratori, giornalisti in primo luogo, terminali di un processo nel quale, da elemento centrale di qualificazione della televisione locale, rischiano di trovarsi esposti a nuove incertezze anche occupazionali. Eppure, c’è una norma legislativa che, tra i principi e i criteri direttivi, nel passaggio al digitale, prevede “il rispetto delle abitudini e delle preferenze degli utenti con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali e alle emittenti locali”. Ci sono specificità di valore che debbono essere rispettate.

Creare condizioni di svantaggio, attraverso il telecomando digitale pre-numerato non appare scelta coerente con queste indicazioni. C’è ancora poco tempo prima del varo definitivo del regolamento, ma sarà bene utilizzarlo per cambiare orientamenti che appaiono oggi predefiniti e non pienamente rispondenti alla realtà dei fatti e alle esigenze di armonico sviluppo del settore.

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