“La propaganda, come la bugia, ha le gambe corte. E con i dispetti non si fa nulla di buono né di corretto. Le parole del Presidente del Garante per la protezione dei dati personali sulla pubblicità degli emolumenti di giornalisti e artisti della Rai occupano un piccolo capitolo della sua relazione annuale ma sono di particolare significato”.Lo afferma la Federazione Nazionale della Stampa denunciando che “la diffusione della misura di compensi e di stipendi degli artisti e dei giornalisti della Rai inseriti nei titoli di coda non corrisponde ad alcuna esigenza di serietà e di trasparenza ed anzi viola le norme sulla privacy”.
“Nessuno ostacolo – come sostiene la Fnsi – alla conoscibilità dei dati sull’impiego delle risorse pubbliche, ma le modalità di diffusione di queste informazioni sono previste dalla legge solo attraverso la pubblicazione sul sito dell’azienda”. “Sul resto – afferma La Fnsi – per quanti lavorano con contratti di lavoro dipendente nulla di più pubblico c’è già: risiede nei contratti collettivi. E’ tempo che una politica, che spesso fa scandalo e si innervosisce cercando vendette improbabili quando di questo si parla, torni al pieno rispetto della legalità. La trasparenza è una sfida di tutti i giorni. Non c’è nulla da nascondere per i giornalisti. Ma la trasparenza anche sugli stipendi non è uno spettacolo. Ascoltare il Garante è una cosa buona e giusta”.