Il Consiglio nazionale dell’Ordine la prossima settimana chiamato ad eleggere il presidente

Del Boca: “Pronti alla disubbidienza civile”

Lorenzo Del Boca

ROMA – Grandi manovre in vista dell’insediamento del nuovo Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, mentre il presidente Lorenzo del Boca ammonisce che “l’Ordine difenderà i giornalisti che faranno obiezione di coscienza nei confronti della legge bavaglio sulle intercettazioni”.

Convocato per mercoledì 23 e giovedì 24 giugno prossimi, presso il centro congressi “Roma eventi – Fontana di Trevi”, all’ordine del giorno del Consiglio nazionale, l’elezione del Presidente, del Vice Presidente, del Segretario, del Tesoriere, di altri cinque membri dell’Esecutivo e del Collegio dei Revisori dei conti. Sono 150 i componenti del nuovo Consiglio nazionale (11 in più del precedente), di cui 77 professionisti (+4) e 73 pubblicisti (+7).

Il presidente uscente è Lorenzo Del Boca, in carica dal 21 giugno 2001. Professionista dal 1980, ha iniziato la carriera giornalistica come cronista alla redazione della Stampa di Novara. Nel 1989 è passato alla cronaca di Stampa Sera, a Torino, dove ha seguito le vicende giudiziarie legate al terrorismo. E’ stato consigliere nazionale della Fnsi dal Congresso di Sorrento del 1984 e membro della Giunta esecutiva dal Congresso di Bormio del 1989. Nel Congresso di Villasimius del 1996 è stato eletto presidente della Federazione Nazionale della Stampa. Appassionato di storia, ha pubblicato una serie di saggi. Del Boca ha ottenuto la terza conferma alla carica di presidente, il 14 giugno 2007, prevalendo al ballottaggio su Vittorio Roidi. Nell’occasione, su 134 votanti, Del Boca bruciò sul filo di lana Roidi per 68 voti a 65. Una scheda bianca.

Da ricordare che, in base all’articolo 3 titolo II del decreto del Ministero della Giustizia del 18 luglio 2003, è eletto al primo turno il candidato che raggiunge la maggioranza dei tre quinti dei voti dei componenti il Consiglio. Qualora nessun consigliere raggiunga tale maggioranza (90 voti), si procede ad una seconda votazione nella quale è sufficiente la metà più uno dei voti (76). Se nessun consigliere ottiene tale maggioranza si procede ad una terza votazione, di ballottaggio, tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Quattro i consiglieri calabresi in Consiglio nazionale: i professionisti Andrea Musmeci ed Attilio Sabato ed i pubblicisti Natalino Bianco e Cosimo Bruno.

Da iscritto alla Fnsi e convinto sostenitore del sindacato, Lorenzo Del Boca ha detto che “l’Ordine difenderà i giornalisti che faranno obiezione di coscienza nei confronti della legge bavaglio sulle intercettazioni. A fronte di norme che imbavagliano la stampa – ha sottolineato il presidente nazionale dell’Ordine – i giornalisti sono richiamati al dovere deontologico della <<disubbidienza civile>>, a diventare obiettori di coscienza. L’Ordine – ha aggiunto Del Boca – dovrà impegnarsi a tutelare in prima persona, come ente di diritto pubblico, i giornalisti che per compiere il loro dovere violeranno la nuova legge sulle intercettazioni. I giornalisti in tutta questa vicenda – sostiene del Boca – non stanno difendendo un loro diritto, ma un diritto dei cittadini, quello di essere informati. I giornalisti hanno solo un dovere: dare le notizie di cui sono a conoscenza. Se per farlo sono costretti a violare la legge, l’Ordine deve stare al loro fianco ma in modo concreto assumendosi la responsabilità di ciò che il giornalista scrive. L’Ordine ha già deliberato di rivolgersi alla Corte di Strasburgo ma non basta. Si dovranno studiare tecnicamente i modi ma il concetto è che se un cronista intende rendere pubblico ciò che, in base alle nuove disposizioni, sarebbe censurato, l’Ordine, il suo presidente o il consiglio, firmerà l’articolo o lo cofirmerà, in modo da assumersene in pieno la responsabilità. Si tratta di attivare – ha detto ancora Del Boca – una forma di garanzia a tutela, soprattutto, dei giornalisti free lance, di coloro che non sarebbero difesi da alcuna testata. Tutto questo però – ha concluso il presidente dell’Ordine dei giornalisti – comporta dei rischi individuali, quali sanzioni e persino il carcere. Quindi non possono essere lasciati soli. L’Ordine deve fare obiezione con loro”.

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