La rottura delle trattative tra Michele Santoro e La7 e le inaccettabili interferenze esterne

L’annosa cappa del conflitto di interessi

Roberto Natale

ROMA – Ieri le intercettazioni su una vicenda del recente passato Rai, dove alti dirigenti sono impegnati a favorire l’azienda concorrente e il presidente del Consiglio suo proprietario.
Oggi la rottura delle trattative tra Michele Santoro e La7, commentata da Enrico Mentana e Gad Lerner con un comunicato in cui si parla di “interferenze esterne, comunque inaccettabili”.
Due vicende diversissime, che però trasmettono la stessa, opprimente impressione: quella cappa che da anni il conflitto di interessi fa gravare sulla tv italiana, sul lavoro dei giornalisti, sulle logiche di mercato tanto lodate quanto sbeffeggiate, sul semplice diritto dei cittadini di vedere da qualche parte in onda una trasmissione apprezzatissima. Non se ne può più.
Non ne può più un’opinione pubblica che sta facendo sentire in modo sempre più chiaro di non accettare bavagli al suo diritto di sapere, di essere informata, di essere partecipe. Questa cappa va fatta saltare, perché inquina la vita democratica.
Ci sono tutte le condizioni perché i cittadini (e tra di loro tanti di noi giornalisti) tornino ad affermare in modo visibile e potente il loro no, la loro richiesta di libertà. L’aria dei referendum soffia anche per quel bene comune che è l’informazione.

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