
Giuseppe Valentino
ROMA – “Abbiamo appena accordato un’ulteriore boccata di ossigeno da 900 mila euro al Secolo d’Italia, quindi l’ipotesi che si punti ad una chiusura è destituita di ogni fondamento. Ciò detto, il giornale non può continuare ad essere finanziato da un partito che non c’é più, cioé An, ma deve “camminare sulle proprie gambe”. Così gli avvocati Antonino Caruso e Giuseppe Valentino, e Roberto Petri, tre dei garanti che governano il patrimonio di An (ora nel Pdl), replicano alle parole del direttore del ‘Secolo’, Flavia Perina.
L’anno scorso, spiegano i tre, il giornale ha ricevuto 3 milioni e mezzo di contributi dal partito a cui si aggiungono altri 3 che arrivano dai contributi dello Stato e questo a fronte di una fatturazione di 200 mila euro fra pubblicità e copie vendute. Inoltre, proseguono, oggi sono stati stanziati 300 milioni cash e sono stati “abbonati” 500mila euro di debito di verso An.
A scanso di polemiche, Caruso, Valentino e Petri precisano che nel corso della riunione dei garanti non si é esaminato né il tema della casa di Montecarlo, né quello degli immobili del partito. Inoltre, sottolineano, di fronte al rischio fallimento ventilato dagli esponenti di Futuro e Libertà, si è prospettato un ulteriore sforzo: la promessa di altri 600 mila euro da stanziare in futuro. In cambio, però, i tre si aspettano che la testata sia più pluralista e non un ‘house organ’ di Fli, magari grazie all’innesto di un condirettore.
Si é infine insistito sulla presentazione di un piano industriale che consenta alla testata di vivere con i soldi pubblici, non con quelli di An che è un partito che non c’é più. Insomma, concludono i tre, l’approccio della Perina ci fa pentire di essere stati così generosi. Nel corso della riunione si è inoltre parlato dell’organico. Quanto alle dimissioni di Francesco Pontone da titolare del Comitato di Gestione, sempre i tre garanti ricordano che il senatore aveva le aveva già presentate, sebbene le avesse subordinate alla certificazione da parte di una società di revisione della correttezza del suo comportamento contabile. Ma poiché dalla società erano stati richiesti 15 giorni per accettare l’incarico – si spiega ancora – si è deciso di procedere e di nominare al suo posto Franco Mugnai, che ha ricevuto sette voti a favore e due astensioni. E’ stato inoltre sostituito, su sua richiesta per esigenze di lavoro, Giovanni Catanzaro: al suo posto è stato designato Antonio Giordano, già dirigente nazionale di An.