

Guido Paglia

Francesco Storace
ROMA – Un giornale “spumeggiante” che eviterà la “verbosità delle analisi politiche” per concentrarsi sulle “notizie lanciate in modo breve e immediato, sulle interviste e le inchieste”. Così Francesco Storace, interpellato dall’Agi, descrive la “sua” creatura editoriale.
Un progetto che restituisce ai lettori una testata storica del giornalismo italiano, quel “Giornale d’Italia” fondato a Roma nel 1901 e chiuso nel 1976.
Successivamente la testata fu acquistata da Luigi d’Amato, deputato, che lo trasformò in organo del partito Pensionati Uomini Vivi e, con la sua Società Editrice Esedra, pubblico il “Giornale d’Italia” dal 1982 al 2006 (nel 1998 subentrò alle eredi di d’Amato, moglie e figlia, l’architetto Massimo Bassoli, finito successivamente in carcere per una truffa legata ai contributi statali all’editoria).
Sotto la direzione di Franco Simeoni prima, e di Angelo Frignani dopo, il giornale visse momenti di modesta ripresa fino all’arrivo di Bassoli e al definitivo crollo.
Il direttore editoriale del quotidiano di Storace sarà Guido Paglia, che “fu uno stretto collaboratore di Alberto Giovannini” tra 1972 e 1975, anni in cui Giovannini fu direttore del quotidiano.
“Stiamo lavorando a pieno ritmo sui numeri zero e domani mattina andrò a vedere come procede il lavoro. Guido prenderà in mano la direzione non appena sarà libero da precedenti impegni editoriali. Io – dice ancora Storace – sono molto felice della sua disponibilità”.
Se il passato e la tradizione sono rappresentati dal direttore editoriale, il presente, e in qualche modo il futuro, sono tutti nei contenuti multimediali: “Sarà un giornale che andrà on line, avrà applicazioni per computer, per Ipad e Iphone. Ci sarà anche un portale per le notizie dell’ultima ora, così che il sito si muoverà su due canali principali”.
Per quanto riguarda, invece, i contenuti editoriali, Storace spiega che “non sarà un giornale di partito, parte senza fondi pubblici, grazie alla società di cui è titolare Roberto Buonasorte. Non ci saranno grandi firme del giornalismo, ma ho già tantissime disponibilità da persone che, anche sotto pseudonimo, ne approfitteranno per lanciare qualche frecciatina. Sarà un giornale spumeggiante.
Vorrei privilegiare moltissimo inchieste, articoli brevi, più che i soliti commenti verbosi”.
L’appuntamento, quindi, è per “la sera del 9 ottobre, alla vigilia della messa in rete del primo numero: faremo un ricevimento buffet sobrio e consegneremo, fino a esaurimento, una copia ricordo del Giornale d’Italia. Ci saranno anche video con la storia del Giornale d’Italia che ha attraversato il Novecento italiano, fino alla chiusura”. (Agi)