
Da sin.: Nedim Sener e Ahmet Sik
ANKARA (Turchia) – Ahmet Sik e Nedim Sener, due dei tre giornalisti investigativi più famosi ad essere in custodia cautelare in Turchia, sono stati scarcerati. L’ordine di scarcerazione è stato segnalato da varie media fra cui l’agenzia Anadolu.
I due, ricorda il sito del quotidiano “Hurriyet”, sono stati tenuti in carcere per oltre un anno (375) con l’accusa di complicità con la presunta organizzazione eversiva ultra-nazionalista “Ergenekon” cui viene ascritto un tentativo di golpe contro il premier islamico Recep Tayyip Erdogan.
Il caso di Sik e di Sener è noto anche all’estero al pari di quello del giornalista e parlamentare Mustafa Balbay, anch’egli in carcere in attesa di processo (però da circa tre anni).
I tre sono fra gli oltre cento giornalisti in carcere in Turchia: il numero viene accreditato da diverse associazioni e osservatori anche se Erdogan ha sostenuto che solo sei di loro sono veri giornalisti tesserati, mentre gli altri sono solo operatori dell’industria editoriale (in totale, secondo cifre fornite di recente dal premier, 25 persone sono state condannate, 70 sono in attesa di processo, sei sono solo indagate e quattro sono state rilasciate).
La stampa d’opposizione ha ribattuto che molti degli arrestati non hanno il tesserino governativo per vari motivi tra cui lavoro nero e scelta professionale. La questione dei giornalisti in carcere in Turchia, che porta il paese nelle parti basse delle classifiche sulla libertà di stampa, viene osservato in maniera dichiaratamente critica da Ue, Usa, Osce, varie ong e intellettuali.
Il governo ribatte che quasi nessun giornalista è in carcere per quello che ha scritto ma per reati comune quali terrorismo, tentato golpe, possesso di armi, falsificazione di documenti e anche molestie sessuali. Sik però, in un’aula di tribunale, ha avuto modo di sostenere che “imporre il silenzio ai giornalisti è imporre il silenzio alla gente. E’ il giornalismo ad essere sotto processo, qui”. (AnsaMed)