Scandalo intercettazioni: un’indagine interna denuncia una “relazione troppo intima” con certi media britannici

Scotland Yard: stop ai “cicchetti” con l’amico giornalista

Sir Paul Stephenson travolto dallo scandalo intercettazioni

LONDRA (Gran Bretagna) – Stop ai “cicchetti” al bar con l’amico giornalista di turno e tenere alta la guardia nei confronti dei reporter troppo “ammiccanti”. Sono alcune delle raccomandazioni contenute in un rapporto, stilato a conclusione di un’indegine interna, che denuncia “una relazione fin troppo intima” tra Scotland Yard e certi media britannici, a firma di Elizabeth Filkin.
L’inchiesta venne commissionata da Sir Paul Stephenson, ex capo del più celebre corpo di polizia del Regno Unito, sull’onda dell’indignazione scatenata dallo scandalo delle intercettazioni illegali del News of the World, il domenicale chiuso d’imperio da Rupert Murdoch. Scandalo che, nel luglio scorso, costò la poltrona allo stesso Stephenson.
Scotland Yard venne, infatti, accusata di non aver investigato a dovere e di aver trattato i giornali di Murdoch con il guanto di velluto. Ora i nodi vengono al pettine.
Il rapporto ha, inoltre, stigmatizzato la “stretta relazione” fra la Metropolitan Police e i media concludendo che è stata causa di “danni gravi”. In particolare Filkin ha puntato il dito contro il tradizionale metodo di scambio di informazioni fra i detective e i reporter: la pinta al pub. Il rapporto, in questo senso, raccomanda un “maggiore contatto coi media, non minore”, ma organizzato su basi “trasparenti”.
Tra le indicazioni si chiede agli agenti di tenere sempre delle note sulle loro conversazioni coi reporter. Bernard Hogan-Howe, l’attuale capo di Scotland Yard, ha quindi promesso in conferenza stampa che non ci saranno più “conversazioni segrete” coi giornalisti né “relazioni improprie”.
“E con questo intendo rapporti di natura egoistica e personale e non nel pubblico interesse”, ha aggiunto. (Ansa)

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