S’intitola così il nuovo libro del magistrato, scritto con Antonio Nicaso: la presentazione stasera alle 21 a Gerace

“La giustizia è una cosa seria”: Zucconi incontra Gratteri

Nicola Gratteri

GERACE (Reggio Calabria) – “La giustizia è una cosa seria” è il titolo, affatto scontato, del nuovo libro (Mondadori, 2011, 17,50 euro il prezzo di copertina) che Nicola Gratteri, procuratore aggiunto alla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha scritto insieme ad Antonio Nicaso, giornalista e storico delle organizzazioni criminali, prima tra tutte – manco a dirlo – la ’ndrangheta.
Il magistrato reggino, noto non solo per l’impegno istituzionale, ma anche per le accorate lezioni di legalità tra i banchi delle scuole, oltre che per le sue doti di scrittore, presenterà, questa sera, a Gerace (l’appuntamento è per le ore 21 nella Piazza delle Tre Chiese) la sua ultima fatica editoriale.
A conversare con il magistrato sarà il giornalista Vittorio Zucconi, (figlio d’arte: suo padre, Guglielmo, fu lo storico direttore de “La Domenica del Corriere” e de “Il Giorno”) direttore di Radio Capital e “Repubblica.it” e corrispondente da Washington per il quotidiano cartaceo “Repubblica”, a cui si deve, tra l’altro, la prefazione del volume.
Un appuntamento degno di nota, dunque, quello di stasera, che vedrà Gratteri parlare, ancora una volta a braccio, con quella forza semplice delle parole che ne segna marcatamente la dialettica, in casa sua. A Gerace, dove il magistrato è nato nel 1958, e dove – è cronaca – giustizia e lotta alla criminalità organizzata, nella fattispecie alla ’ndrangheta, la fanno da padroni. Anche nel quotidiano.
Tanti e dal peso notevole gli argomenti che scalderanno la serata: Gratteri e Zucconi punteranno dritto al processo breve, alle intercettazioni, alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Tenteranno, insomma, di mettere a nudo la giustizia, nella convinzione che “per fare una seria e credibile riflessione sulla giustizia – è lo stesso Gratteri a sottolinearlo – occorre, prima di tutto, spiegare al comune cittadino, che non può intervenire nel dibattito mediatico, ma può solamente ascoltarlo per costruirsi un’opinione, come funziona il sistema giudiziario italiano, sottolineando cosa funzioni e cosa, invece, non funzioni affatto”.

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