REGGIO CALABRIA – “Chi fa bene il proprio mestiere, per di più in una terra difficile come la Calabria, prima o poi finisce nel mirino di chi pensa che basti una lettera anonima per tapparti la bocca”.
Carlo Parisi, segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria e componente della Giunta Esecutiva Fnsi, commenta così l’ennesima vigliaccata ai danni di un giornalista calabrese, “firmata”, come al solito, “dall’anonima mano di chi crede, così facendo, di imporre la vergognosa cultura del sopruso e della prepotenza”.
Questa volta, destinatario di una lettera con minacce di morte è Riccardo Giacoia, 47 anni, capo servizio di Raitre Calabria. Nella lettera, recapitata alla sede regionale Rai di Cosenza, c’è scritto, tra l’altro: “caro amico nostro che sai tutto di noi della mafia, stai attento”, “chi ti ucciderà, chi ti creerà problemi, chi ti creerà incubi” e “saluti dagli amici”. La busta, indirizzata a Giacoia “il caro amico che segue noi, che usa i termini che vuole lui sulla mafia e noi, sempre per telegiornale a commentare i morti nostri”, reca la data del 6 luglio ed il timbro del centro meccanografico delle Poste di Lamezia Terme.
“La lettera – ha commentato Giacoia – segue una lunga serie di minacce via sms sul mio telefonino su cui sta già indagando la Polizia”. Non è, infatti, la prima volta che il giornalista cosentino, che segue in particolare la cronaca e le principali inchieste sulla ‘ndrangheta, viene minacciato.
Nell’esprimere a Riccardo Giacoia ed ai colleghi della sua redazione, la piena e convinta solidarietà del Sindacato dei Giornalisti della Calabria e della Federazione Nazionale della Stampa, Carlo Parisi ribadisce che “il quotidiano lavoro del giornalista, se fatto con serietà e passione nel pieno rispetto delle regole etiche e deontologiche della professione, è il giusto antitodo per combattere le assurde pretese intimidatorie di chi pensa di condizionare, così, l’esercizio della libera informazione”. “Difendere la libertà di stampa – ricorda Parisi – significa, infatti, non piegarsi alle logiche di chi, a qualunque livello, tenti di mettere il bavaglio ai giornalisti”.
Solidarietà anche dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, secondo il quale “ la lettera di minacce a Riccardo Giacoia, bravo ed equilibrato collega della sede Rai di Cosenza, si inscrive compiutamente nella complessiva azione di intimidazione e di condizionamento che da tempo ambienti della criminalità organizzata conducono nei confronti dei giornalisti che seguono più da vicino le vicende di cronaca. Sarebbe un grave errore se questa lettera di minacce venisse sottovalutata nella sua gravità e derubricata, con colpevole faciloneria, ad iniziativa estemporanea”.
Soluri si augura che “le indagini subito avviate sulla intimidazione a Giacoia possano arrivare alla individuazione degli autori del vile gesto. A Riccardo Giacoia, così come a tutti i colleghi della redazione calabrese della Rai, giunga la solidarietà sentita dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. Sono certo che Riccardo trarrà da questa lettera di minacce ulteriori stimoli per continuare a fare il proprio lavoro di cronista con lo scrupolo, il coraggio e la capacità che lo hanno sempre contraddistinto”.