
Mons. Giuseppe Fiorini Morosini

Papa Benedetto XVI
POLSI (Reggio Calabria) – In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la Chiesa Italiana affida l’Italia alla Madonna della Montagna. Oggi, lunedì 30 maggio, a Polsi, presso il Santuario della Vergine Maria, Madre del Divin Pastore, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo-giornalista di Locri-Gerace presiederà una solenne celebrazione eucaristica nel corso della quale ci sarà l’atto di affidamento dell’Italia alla Madonna.
La cerimonia avrà inizio alle ore 10.30. Assieme al vescovo, si uniranno alla preghiera, il rettore del Santuario, don Giuseppe Strangio, numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli laici.
“Cercare insieme ciò che veramente giova al bene del Paese” è stato, infatti, l’invito finale rivolto dal Papa, giovedì scorso, nell’allocuzione pronunciata nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. “Sotto la protezione della «Mater unitatis» – ha detto Benedetto XVI, affidando l’Italia a Maria – poniamo tutto il popolo italiano, perché il Signore gli conceda i doni inestimabili della pace e della fraternità e, quindi, dello sviluppo solidale”.
Alle forze politiche, l’esortazione papale è “a vivere anche l’anniversario dell’Unità come occasione per rinsaldare il vincolo nazionale e superare ogni pregiudiziale contrapposizione”, in modo che “le diverse e legittime sensibilità, esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio”.
“L’esempio di Maria – l’auspicio del Santo Padre – apra la via a una società più giusta, matura e responsabile, capace di riscoprire i valori profondi del cuore umano. La Madre di Dio incoraggi i giovani, sostenga le famiglie, conforti gli ammalati, implori su ciascuno una rinnovata effusione dello Spirito, aiutandoci a riconoscere e a seguire anche in questo tempo il Signore, che è il vero bene della vita, perché è la vita stessa”.
“Di cuore benedico voi e le vostre comunità”, ha concluso il Papa, che all’inizio della sua allocuzione ha detto di sentirsi “in comunione con ogni comunità, anche con la più piccola, in cui rimane viva la tradizione che dedica il mese di maggio alla devozione mariana”.
“Non esitate a stimolare i fedeli laici a vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza, e a partecipare in prima persona alla vita pubblica”. È l’invito rivolto dal Papa ai vescovi italiani. “Incoraggiate le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa – ha proseguito Benedetto XVI – affinché chi è chiamato a responsabilità politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria posizione per interessi personali o per sete di potere. Sostenete la vasta rete di aggregazioni e di associazioni che promuovono opere di carattere culturale, sociale e caritativo”.
Non sono mancate le indicazioni rivolte all’ambito sociale e politico: “Rinnovate le occasioni di incontro, nel segno della reciprocità, tra Settentrione e Mezzogiorno. Aiutate il Nord a recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico. Provocate il Sud a mettere in circolo, a beneficio di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone e quei tratti di accoglienza e di ospitalità che lo caratterizzano”. “Continuate a coltivare uno spirito di sincera e leale collaborazione con lo Stato – l’esortazione di sintesi ai vescovi – sapendo che tale relazione è benefica tanto per la Chiesa quanto per il Paese intero”.
La vostra parola e la vostra azione siano di incoraggiamento e di sprone per quanti sono chiamati a gestire la complessità che caratterizza il tempo presente”. Con queste parole Benedetto XVI ha riassunto il compito della Chiesa italiana nella società: “In una stagione, nella quale emerge con sempre maggior forza la richiesta di solidi riferimenti spirituali – ha spiegato rivolgendosi ai vescovi – sappiate porgere a tutti ciò che è peculiare dell’esperienza cristiana: la vittoria di Dio sul male e sulla morte, quale orizzonte che getta una luce di speranza sul presente”.
Poi l’apprezzamento e l’incoraggiamento ai presuli, riuniti fino a domani in Vaticano per la loro 63ª assemblea: “Assumendo l’educazione come filo conduttore dell’impegno pastorale di questo decennio – ha detto il Papa – avete voluto esprimere la certezza che l’esistenza cristiana – la vita buona del Vangelo – è proprio la dimostrazione di una vita realizzata. Su questa strada voi assicurate un servizio non solo religioso o ecclesiale, ma anche sociale, contribuendo a costruire la città dell’uomo”. “Coraggio, dunque!”, l’invito del Santo Padre, perché “nonostante tutte le difficoltà, nulla è impossibile a Dio”, a Colui che continua a fare “grandi cose” – come si legge nel Vangelo di Luca – attraverso quanti, come Maria, “sanno consegnarsi a lui con disponibilità incondizionata”.