
Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana
ROMA – “I giornali avversari avevano fatto un cauto pronostico: vedrete che Berlusconi, dopo il lungo silenzio postelettorale, tornerà a farsi vivo. Forse una conferenza stampa, forse un’intervista in Tv. Una sola, ritenevano; nessuno immaginava che potesse farne cinque in un colpo solo, non perché i giornalisti le avessero implorate ma perché è stato lui a imporle”.
Ad affermarlo è l’editoriale di Famiglia Cristiana online dal titolo “L’arroganza a reti unificate”.
“Un primo pacchetto ai tre Tg di Mediaset, che sono cosa sua sebbene Berlusconi sostenga da sempre di non interessarsi alle sue aziende, almeno in prima persona. Evidentemente ci sono altre persone cui basta ricevere una telefonata, pronte a obbedir tacendo.
Poi i due maggiori Tg della Rai, primo e secondo: e qui il discorso, già parecchio delicato, ulteriormente si complica”, sottolinea Famiglia Cristiana che auspica un deciso intervento dell’Autorità garante. “Esiste una Agcom – prosegue il settimanale – che dovrebbe fissare le regole della comunicazione e, in caso di irregolarità, punire gli inadempienti.
Già il fatto che il premier irrompa nella campagna per Milano e Napoli usando le reti di sua proprietà dovrebbe far ricordare che c’è un piccolo inciampo, chiamato conflitto di interessi.
Ma tutti zitti. E lo stesso, ciò che è peggio, per le reti a canone.
Pare che la Commissione debba riunirsi mercoledi prossimo, lasciando che nel frattempo Berlusconi faccia altri monologhi davanti a reverenti cronisti. Nessuno dei quali, superfluo notarlo, si è sognato fin qui di avanzare contestazioni o anche semplici obiezioni”.