
Le lotte per la libertà e i diritti dell’uomo hanno nei giornalisti testimoni essenziali che non possono essere assunti al rango dei nemici. Le difficoltà di intervento a tutela dei diritti umani, e anche dei movimenti della libera informazione internazionale, sono evidenti ma gli allarmi di oggi rendono necessaria una incisiva iniziativa delle principali istituzioni libere del mondo. I crimini contro l’umanità non sono più, a questo punto, catalogabili entro stretti confini di una casistica classica.
La Fnsi denuncia la gravità di quanto sta accadendo è vicina, con la Federazione Internazionale dei Giornalisti, a tutti i colleghi che stanno continuando ad operare nonostante i pericoli e le difficoltà enormi note a tutti, nell’incandescente teatro libico. E accanto a loro, dall’Italia rilanciano anche i drammatici messaggi pervenuti da profughi eritrei, etiopi e somali, molti dei quali respinti “come clandestini” qualche tempo fa dall’Italia, che son riusciti a far pervenire alla Fnsi notizie sconvolgenti di terrore e morte. Grida di aiuto, appelli perché i ponti umanitari per portarli fuori dalla Libia non siano chiusi a loro, considerati “figli di nessuno”, che rilanciamo all’attenzione pubblica.