
Antonio Polito
ROMA – «Ci hanno strozzato. E non è nemmeno una metafora: è pura realtà». Come anticipato il 28 dicembre scorso da Giornalisti Calabria (n.d.r.), con queste parole, intervistato dal Corriere della Sera, Antonio Polito spiega perché lascia la guida del Riformista, giornale che ha fondato. «All’improvviso, due anni fa – spiega Polito – il Dipartimento per l’editoria di Palazzo Chigi ci sospende l’erogazione dei finanziamenti pubblici cui hanno diritto anche altri giornali come Il Foglio, l’Unità, Il manifesto e via dicendo. E in più viene pure attivata un’indagine dell’Agcom: ci viene contestato che gli Angelucci, attuali proprietari della testata, posseggono anche un’altra testata, Libero.
E i finanziamenti per due giornali non si possono prendere. Noi cerchiamo di spiegare che la società editrice è una cooperativa che incassa il contributo intestato a Le Nuove Ragioni del Socialismo, di cui Macaluso è direttore, e per editare paga un affitto, un canone agli Angelucci».
La sentenza di Agcom è prevista per febbraio, «ma intanto i debiti sono aumentati, e quando hai debiti, c’è poco da fare: il rischio di essere condizionati è sempre in agguato».
Quanto al rapporto con Massimo D’Alema, Polito dice: «con lui abbiamo avuto anche degli scontri. Certo, era all’area riformista che ci rivolgevamo, e D’Alema, otto anni fa, era un interlocutore serissimo. Purtroppo non ebbe il coraggio di rompere con Cofferati». E la Cgil? «Com’era già chiaro all’epoca – risponde Polito – il problema della sinistra italiana è la Cgil, il sindacato. Ieri c’era Cofferati, oggi c’è la Fiom di Landini».
E se al Riformista è mancato editorialmente il “pascolo”, «è colpa – sottolinea Polito – anche di Berlusconi: avrebbe dovuto, sia pure a modo suo, fare delle riforme. Costringendo poi la sinistra ad andargli dietro. Purtroppo, lui è rimasto dov’era, e la sinistra è tornata ad essere vecchia e radicale».
Perché Polito lascia il giornale che ha fondato? «È molto semplice: me lo hanno chiesto. Non è un segreto che vi sia una trattativa in fase avanzata per acquistare il giornale. E se il sottoscritto, che un poco ingombrante è essendo non solo il direttore della testata ma anche uno dei suoi fondatori, si toglie di mezzo, come dire… la trattativa, forse, ne trae vantaggio in termini di rapidità».