La condanna alla lapidazione potrebbe essere annullata e la donna cita in giudizio i due giornalisti

Sakineh: colpi di scena a ripetizione

Sakineh

TEHERAN (Iran) – La condanna a morte per lapidazione di Sakineh Ashtiani potrebbe essere cancellata. La danza di decisioni e smentite vede oggi la dichiarazione rilasciata alla Fars da Malek Ajdar Sharifi, capo della magistratura dell’Azerbaijan iraniano, in cui ricade Tabriz, dove si è tenuto il processo alla donna per i reati di omicidio e adulterio.
“Tutto è possibile”, ha detto, senza specificare se solo la lapidazione possa essere oggetto di revisione, mentre resterebbe, comunque, in vigore un’esecuzione da eseguire con altri mezzi. Sharifi ha aggiunto che diverse “ambiguità” pesano sulle “prove” raccolte nel caso, e ciò ha portato a un rinvio del verdetto definitivo.
Le parole di Sharifi giungono contemporaneamente alle pressioni esercitate da Teheran sulla donna e la sua famiglia. Sakineh aveva detto di voler denunciare i due giornalisti tedeschi arrivati in Iran per intervistarla (oggi in carcere), mentre il giorno prima il figlio della donna aveva ammesso la colpevolezza della madre nell’omicidio del marito, ma aveva chiesto clemenza per lei. Si è trattato, in entrambi i casi, di dichiarazioni pronunciate durante conferenze stampa o eventi architettati dal regime degli ayatollah.
Ieri, infatti, un nuovo colpo di scena ad orologeria si era registrato nella vicenda di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, l’iraniana condannata a morte per adulterio e l’omicidio del marito. Dopo che il figlio ha riconosciuto la colpevolezza della madre chiedendo che venga, comunque, risparmiata, la donna – dal carcere – ha chiesto al figlio di citare in giudizio i due giornalisti tedeschi della “Bild am Sonntag” che lo hanno intervistato, il suo ex avvocato, Mohammad Mostafai, la responsabile della Ong tedesca che si batte contro la sua lapidazione, Mina Ahadi e il presunto killer del marito, Issa Taheri. “Ho detto a Sajjad (Ghaderzadeh, il figlio) di fare causa a coloro che hanno disonorato me e il Paese”, ha dichiarato Sakineh ai giornalisti da Tabriz, dove è detenuta.

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