
Giovanni Floris
ROMA – “Segnalo una stranezza. Qui stiamo discutendo sulle mie domande e non su una anomalia assoluta, cioé quella di un presidente del Consiglio che telefona in diretta tv e, quando sente in arrivo le domande, chiude la comunicazione. Immaginiamo uno Zapatero, una Merkel, persino un Sarkozy fare una cosa simile”. Lo afferma il conduttore di Ballarò, Giovanni Floris, in una intervista al Corriere della Sera in cui respinge l’idea che lo scontro con il premier Silvio Berlusconi nel corso della trasmissione rappresenti un duello Berlusconi-Floris.
“Ancora una volta – ribadisce Floris -: Io sono un giornalista e svolgo il mio compito, ho un dovere verso il pubblico. Se telefona il capo del governo il mio obbligo professionale è di fargli domande”. Su come finirà la vicenda, Floris afferma: “Pronti ad invitare Berlusconi martedì a Ballarò, come ho detto in trasmissione. Naturalmente con il contraddittorio e nel rispetto delle regole della trasmissione”.
In un’intervista a Repubblica, il direttore di Raitre, Paolo Ruffini, afferma dal canto suo che “è legittimo che al presidente del Consiglio come ad altri non piacciano alcuni programmi. Ritengo meno comprensibile se non grave pretendere che la tv pubblica sia portatrice di un’unica visione delle cose e che tutto il resto vada cancellato”.
“La conduzione di Floris è stata corretta”, afferma e aggiunge: “Porre domande può essere scomodo ma non è mai lesa maestà”. Sull’eventuale necessità di introdurre nuove regole in Rai, Ruffini replica: “Ne abbiamo già tante, forse troppe. Non si può pensare di incanalare tutta la tv e magari non solo, in regole astratte di comportamento sempre più burocratiche”.