
Angelo Agostini
BOLOGNA – E’ morto la scorsa notte, in una struttura assistenziale del Trentino Alto Adige dove si era ritirato a causa della malattia che alla fine lo ha ucciso, il giornalista Angelo Agostini, 55 anni, originario di Bolzano ma legato a Bologna dove viveva nell’adiacente comune di Sasso Marconi, docente di “Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico” all’Università Iulm di Milano. Giornalista e studioso dei media, era direttore del trimestrale “Problemi dell’informazione”, edito da Il Mulino (che ha dato notizia della scomparsa) e fondato e diretto per anni da Paolo Murialdi.
Per dieci anni, dall’inizio dei ‘90, fu condirettore e poi direttore dell’Ifg (Istituto formazione al giornalismo, poi trasformato in Ssg) di Bologna e direttore del Corso di giornalismo della Svizzera italiana a Lugano. Fu anche vicepresidente e poi presidente della European Journalism Training Association, l’associazione europea delle scuole di giornalismo.
Consulente della Presidenza del Consiglio per l’editoria tra il 1996 e il 1998, è stato dirigente della Federazione della stampa e membro di commissioni ministeriali per la riforma dell’Ordine dei giornalisti e per il riordino dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione.
I funerali di Angelo Agostini si svolgeranno giovedì, alle ore 14.30, a Fiera del Primiero (Ansa)
Il cordoglio della Fnsi
Già condirettore dell’Istituto di Formazione di Giornalismo di Bologna, direttore di un analogo corso all’Università italiana, docente di punta dello Iulm di Milano, Angelo Agostini aveva raccolto l’eredità di Paolo Murialdi nella direzione della rivista trimestrale “Problemi dell’Informazione”, edita da “Il Mulino”.
Attivo nella vita sociale e culturale, su questi temi ha svolto incarichi nella Federazione della Stampa e collaborato con diversi ministeri per progetti di riforma del nostro ordinamento. Se ne è andato nel pieno della maturità, con tanti progetti in cantiere, sottoposti all’attenzione di colleghi e delle istituzioni della categoria e di quelle pubbliche. Una morte dolorosa per i suoi cari e per quanti ne hanno sempre apprezzato l’impegno soprattutto sulle sfide del cambiamento della comunicazione e dell’informazione professionale.