PARAVATI DI MILETO (Vibo Valentia) – «Natuzza è un segno, in questa terra. Natuzza è la prova che Dio non si distrae, che Dio ha un progetto per ciascuno di noi. E tutti noi che l’abbiamo conosciuta, che abbiamo avuto modo di vederla, di ascoltarla, siamo stati colpiti da questa sollecitudine. Potremmo riassumere così il senso del suo messaggio. “Tu non sei solo”. “Dio è accanto a te”. “Dio ti conosce”. “Dio non si è sbagliato con te”».
Mons. Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, è l’uomo giusto al posto giusto per aprire al culto la Grande Basilica di Paravati, fortemente voluta da Natuzza Evolo e costruita alle porte di Mileto mentre la mistica era ancora in vita.
La Basilica aprirà, infatti, il prossimo 6 agosto, giorno ufficiale della sua consacrazione ufficiale. È il segno tangibile che la Chiesa di Papa Francesco ha detto pienamente sì al progetto della mistica di Paravati. «Vi do appuntamento sabato 6 agosto 2022, Festa della Trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo per la consacrazione di questa meravigliosa chiesa!», ha solennemente annunciato, il 5 marzo scorso, mons. Attilio Nostro al termine della Celebrazione Eucaristica nella Basilica Cattedrale di Mileto.
«Quello di oggi – ha sottolineato il vescovo – è un giorno che segue altri giorni, nel quale sono venuto qui pellegrino, mendicante, pieno di dubbi o di presunzione. In altri due incontri con Natuzza, avevo discusso di quanto potesse essere difficile essere sacerdote, non avrei mai immaginato che sarei diventato il suo vescovo. Quindi, per me è una ragione di enorme grazia poter dire a questa serva di Dio tutto l’amore, in risposta all’amore con il quale sono stato da lei accolto. Spero che la sua sollecitudine, spero che questa carità fraterna che mi ha voluto manifestare possa trovare nella mia vita, ma soprattutto nel mio ministero una saggia e adeguata risposta».
E c’erano migliaia di persone il primo novembre scorso, sul sagrato della Grande Basilica di Paravati, ad accogliere il nuovo vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Attilio Nostro, nella sua prima uscita pubblica davanti alla Chiesa fortemente voluta da Natuzza Evolo. Un bagno di folla per lui, una vera e propria standing ovation. Soprattutto, un’omelia storica. Altrettanto la settimana scorsa, giorno in cui don Attilio annuncia al popolo della sua diocesi l’apertura al culto della grande Chiesa.
«Consentitemi di ringraziare – ha detto ancora don Attilio – tutti coloro che, a vario titolo, mi hanno assistito, sostenuto e incoraggiato con la loro preghiera in questo periodo: in primis i sacerdoti di questa bella Diocesi di Mileto Nicotera Tropea e in particolare don Pasquale Barone e don Michele Cordiano e poi la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime…
ma desidero ringraziare soprattutto voi, fratelli e sorelle in Cristo che non avete mai smesso di pregare perché questo giorno benedetto arrivasse! Ve ne sono grato, perché è la forza della preghiera e della fede che sposta le montagne!
È la forza che viene dalla grazia di Dio che ci aiuterà a diventare sempre di più ciò che già siamo: figli prediletti, amati da un Padre meraviglioso che ci ama immensamente, di un amore folle e bellissimo! Pregate per me!».
Non ha dubbi il giovane vescovo di Mileto: «In questa piazza risuona una preghiera di lode al Signore per ringraziare del dono della comunione tra Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e Diocesi di Mileto Nicotera Tropea. Dopo aver percorso insieme un cammino di conoscenza e reciproca stima, siamo finalmente giunti alla decisione di aprire questa chiesa per consacrarla e aprirla al culto e alla preghiera».
Ma dice ancora di più il messaggero di Papa Francesco a Mileto: «È nostro vivo desiderio che in questa chiesa risuoni un forte appello a seguire Gesù Cristo per diventare, come Lui, Luce del mondo! La Serva di Dio Fortunata Evolo, “mamma Natuzza”, considerava sé stessa semplicemente come una messaggera che indicava e rimandava ogni fedele a Maria e a Cristo! Perché verremo in pellegrinaggio a Paravati? Quale sarà il dono di questo luogo che Dio consacrerà attraverso la Chiesa?
Il dono di questo pellegrinaggio sarà la Luce della Trasfigurazione di Cristo che illumina le tenebre del mondo e dell’uomo!
“Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo”, “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Coloro che usciranno da questo luogo porteranno al mondo la Luce di Cristo Signore!».
La gente presente in Basilica applaude a piene mani, è chiaro a tutti ormai che don Attilio sia stato mandato in Calabria dal Papa per riaprire finalmente un dialogo interrotto tra la Chiesa ufficiale e il mondo di Natuzza Evolo, e oggi lo fà fa dando al popolo di Natuzza l’annuncio più solenne e più importante che il Vaticano potesse mai far giungere in Calabria. Ma già nella sua prima omelia ufficiale, celebrata sul Sagrato della Basilica, don Attilio aveva già dichiarato pubblicamente la sua immensa ammirazione per la donna di Paravati.
Il giovane vescovo parlava a braccio quel giorno, un linguaggio semplice, avvolgente, da grande comunicatore, la parola del cuore più che della ragione, alla vecchia maniera, come Gesù tra gli apostoli, la vecchia scuola lateranense di Roma, accademia di teologia e di principi morali, di fede e di costruzione di speranza, Università che ha visto crescere educato allevato e formato questo giovane vescovo alla guida delle anime. Don Attilio, la gente lo segue e lo ascolta in silenzio, consapevole di avere di fronte un testimone autentico della chiesa moderna, appositamente mandato in Calabria da Papa Francesco per ridare fiducia e speranza ad un popolo per anni “tradito” dalla storia.
E Papa Francesco non avrebbe potuto scegliere di meglio che un gran comunicatore nella Grande Chiesa voluta dalla mistica calabrese conosciuta in tutto il mondo per le sue straordinarie doti di “comunicatrice di Verità” e, per questo, il 7 giugno 2008, incoronata guida dei giornalisti calabresi. In quell’occasione, infatti, ha ricevuto dalle mani dell’allora presidente dell’Ucsi Calabria, Carlo Parisi, la tessera di socio onorario dell’associazione dei giornalisti cattolici e la scultura in legno, oro e argento realizzata dai maestri orafi Tripodi di Reggio Calabria per incarnare l’Affabulatore d’oro 2008.
A Natuzza Evolo, straordinaria comunicatrice di Verità – queste le motivazioni del Premio – per il messaggio universale di cui è umile interprete. Per la forza semplice delle sue parole, capaci di raggiungere il cuore di ognuno, senza distinguere origini, lingua o stato sociale».
Non a caso, è a Paravati, nella sede della Fondazione Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime, nata per volontà della mistica, che l’Ucsi regionale riprese nel 2008 il proprio cammino, dopo oltre dieci anni di assenza, ed è a lei che nel 2012 è stato intitolato il gruppo dei giornalisti cattolici calabresi, su proposta di Carlo Parisi che l’ha ricostituito assieme all’arcivescovo Salvatore Nunnari, a padre Michele Cordiano e a don Pippo Curatola.
«Natuzza per noi è stato un segno profetico – afferma don Attilio Nostro, di quale è la strada che noi siamo chiamati a percorrere. Ecco perché la nostra presenza non è soltanto rappresentanza, o numero. Ma è elemosina. È chiedere a Dio: “Signore riempi il mio cuore, perché senza di te è vuoto”.
E si riempirà di mille spiriti inutili, che non danno ragione. Donami la Grazia Signore della tua presenza. Donami la Grazie di essere fedele a questo domani».
Don Attilio sa benissimo che le sue parole sono “pietre lanciate nello stagno”, ma come tutti i grandi intellettuali della Chiesa dei giorni nostri sa anche che il popolo di Dio ha bisogno di conforto e di punti di riferimento in cui credere. Ecco allora il suo appello finale, chiaro e diretto al popolo di Natuzza.
«Pregate per me, perché il Signore possa illuminarmi. Perché le mie scelte siano sempre, sempre, sempre alimentate dalla fraternità e dalla misericordia di Dio, e Dio non è un giudice ma è un padre. Alla fine dei tempi giudicherà tutti. Pregate non solo per me – aggiunge il nuovo vescovo di Mileto –, ma anche per questa meravigliosa opera (il riferimento è alla Grande Basilica) che è un’altra figlia di Natuzza. Pregate perché presto questa Chiesa possa essere consacrata al culto. (A questo punto la folla esplode in una vera e propria standing ovation).
Pregate perché l’opera intrapresa e iniziata da mons. Oliva in questo periodo, attraverso questo accordo meraviglioso e bellissimo che anche il Papa ha fortemente voluto possa trovare in me un continuatore di questa opera avviata da mons. Oliva, che ho sentito e che vi saluta tutti. E che possa essere anche un segno di conciliazione».
Riconoscente e per nulla scontato il saluto che giunge al nuovo vescovo da parte del presidente della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, Pasquale Anastasi: «Le sue parole – sottolinea – sono un’ulteriore conferma di sostegno e di supporto per il nostro cammino che è ormai rivolto in avanti. Ci siamo lasciati alle spalle il passato, abbiamo accolto quanto la Chiesa ci ha suggerito e ora insieme a lei vorremmo fare questo tratto di strada per portare a compimento l’Opera della Madonna, così come la Vergine ha manifestato a mamma Natuzza già nel lontano 1944.
La Fondazione intende proseguire il suo cammino nella Chiesa e con la Chiesa con la consapevolezza che essa ha riconosciuto la testimonianza di vita e di fede di mamma Natuzza». Sulla grande spianata di Paravati, davanti alla Basilica che si prepara ad accogliere, il 6 agosto, migliaia di pellegrini e di gruppi di preghiera in arrivo da ogni parte del mondo, qui ancora tutto odora del profumo lasciato dai frutti migliori di Natuzza Evolo. (giornalistitalia.it)
Pino Nano