Due procedure di mobilità e chiusura di quasi tutte le filiali. I dipendenti: “Dietro c’è un preciso disegno economico-finanziario”

Publikompass: “Uno smembramento accelerato da Elkann”

John Elkann

MILANO – Dietro l’avvio di due procedure di mobilità per un totale di 179 dipendenti della concessionaria di pubblicità Publikompass c’è “anche un preciso disegno economico-finanziario acceleratosi da quando John Elkann, presidente di Fiat e importante punto di riferimento dell’intero gruppo, è diventato azionista di maggioranza di Rcs (Rizzoli Corriere della Sera)”.
Operazione che ha portato allo “smembramento” di Publikompass, con la chiusura di quasi tutte le filiali: oltre 20 su tutto il territorio nazionale”.
Lo scrivono, in una lettera aperta, i dipendenti della Publikompass di Roma e una parte di quelli della sede di Milano.
All’origine della crisi Publikompass c’è la decisione di passare la raccolta pubblicitaria del quotidiano “La Stampa” alla Rcs Pubblicità; a Publikompass resterà, così, solo la raccolta pubblicitaria locale de “La Stampa”. Publikompass spa, ricordano i dipendenti, “ha avviato nel 2013 la procedura di mobilità per 87 lavoratori. Da pochi giorni ne ha avviata una ulteriore che coinvolge altre 92 unità: per un totale di 179 dipendenti, ben oltre il 70% della forza lavoro totale”.
“Interesseremo al caso – continuano i dipendenti della Publikompass – anche l’Autorità vigilante sulle comunicazioni, in quanto ci risulta che la legge vieti la concentrazione della raccolta pubblicitaria ‘per un numero di quotidiani la cui tiratura complessiva superi il 30 per cento di quella nazionale’. Mentre in casa Fiat si festeggiano con entusiasmo mediatico i positivi successi finanziari (vedi operazione Chrysler), 179 famiglie incrementano drammaticamente il numeroso esercito di disoccupati in Italia nella totale indifferenza”.
La Publikompass, ricordano infine i dipendenti, “è stata la gallina dalle uova d’oro del gruppo Fiat fino a solo qualche anno fa, oggi la crisi e la profonda trasformazione del mercato dell’editoria, danno il via a un’operazione commerciale che non guarda in faccia a nessuno. E che non mira in nessun modo a riconvertire o rilanciare l’attività della Publikompass, nè tantomeno a salvare posti di lavoro. E’ un giusto sacrificio? Fino a quando la maggiore azienda italiana continuerà a sacrificare le risorse umane a favore di un profitto senza prospettive?”. (Adnkronos)

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