Ha fondato il quotidiano “Calabria Ora”, ma il gruppo editoriale non rientra nel provvedimento di sequestro della Dia

Sequestrati beni per 100 milioni a Piero Citrigno

CATANZARO – E’ uno dei più importanti imprenditori della Calabria Pietro Citrigno, al quale stamane la Dia di Catanzaro ha sequestrato beni per 100 milioni di euro. Citrigno ha interessi nell’edilizia, nella sanità ed anche nell’editoria, anche se quest’ultimo settore non è interessato dal provvedimento di sequestro.
Citrigno è stato condannato con sentenza definitiva alla pena di quattro anni e otto mesi per il reato di usura nell’ambito dell’operazione “Twister”. Gli accertamenti della Dia di Catanzaro hanno avuto inizio un anno e mezzo e riguardano i patrimoni acquisiti dal gruppo imprenditoriale fino al 2005.
Dalle indagini, secondo gli investigatori della Dia, è emersa uno sbilanciamento tra le entrate dichiarate al fisco ed il patrimonio in possesso. Tra i beni sequestrati ci sono la società “Edera” che si occupa della costruzione e commercializzazione di immobili; la “Meridiana srl” che realizza e gestisce strutture ricettive, alberghiere, ospedali e case di cura; la Riace che si occupa della costruzione di strutture ricettive, sanitarie e socio-assistenziali. La Riace srl gestisce anche le cliniche “Villa Gioiosa” di Montalto Uffugo e “Villa Adelchi” a Longobardi, nel cosentino.
Sono stati apposti i sigilli anche ad una parte del capitale sociale della “Monachelle” (23,33%), dedita alla realizzazione e gestione di case di cura, laboratori, centri diagnosi e stabilimenti termali; la società “San Francesco” (25% del capitale), dedita alla gestione di strutture di assistenza riabilitativa per aziani; 37 fabbricati e 5 terreni.
Citrigno è stato anche l’imprenditore che ha fondato il quotidiano “Calabria Ora”, ma il gruppo editoriale non rientra nel provvedimento di sequestro eseguito dalla Dia di Catanzaro.
Il provvedimento è stato proposto dal direttore della Dia, Arturo De Felice, ed emesso dai giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza. Il capo sezione della Dia di Catanzaro, Antonio Turi, ha evidenziato che “il provvedimento di sequestro è stato notificato anche alla moglie ed ai figli di Citrigno, che sono titolari di alcune delle società sequestrate. Il provvedimento emesso dal tribunale di Cosenza parte dal tratteggiare la figura di Citrigno relativamente alla sua pericolosità sociale. Elemento che emerge dall’inchiesta Twister che lo ha portato ad una condanna definitiva per usura”.
Il vice capo sezione della Dia di Catanzaro, Michele Conte, ha ricordato che “Citrigno è un imprenditore di un certo spessore con interessi in settori che vanno dall’edilizia, alla sanità, all’editoria. Dai nostri accertamenti, che si fermano ai patrimoni del 2005, è emersa una sproporzione tra i redditi dichiarati ed i beni realmente in possesso”. (Ansa).

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