Il procuratore capo di Milano rilancia quanto stabilito dalla Corte di Strasburgo, che ha condannato 2 volte l’Italia in 2 settimane

Bruti Liberati: “No al carcere per diffamazione”

Edmondo Bruti Liberati

MILANO – I magistrati di Milano devono “tenere nella più attenta considerazione” i principi sanciti dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che lo scorso 24 settembre ha preso posizione contro la detenzioe in carcere per i giornalisti accusati di diffamazione a mezzo stampa, condannando l’Italia per violazione della libertà di espressione.
A prescriverlo è il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, che ha inviato una circolare a pm e viceprocuratori onorari del distretto giudiziario del capoluogo lombardo per sollecitarli a seguire la strada indicata dalla Corte di Strasburgo.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, scrive il capo della Procura di Milano, “censura l’applicazione della pena detentiva” nei confronti dei giornalisti accusati di diffamazione perchè ritiene la carcerazione una pena “sproporizionata in relazione alla tutela della libertà di espressione”.
Bruti invita perciò i magistrati milanesi a segnalare alla sua attenzione tutti quei “casi nei quali potrebbero ricorrre circostanze eccezionali che renderebbero proporzionata la richiesta di applicazione della pena detentiva”. (Asca)

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