
“Nonostante sia di questi giorni la notizia di un’accelerazione della ripresa in Usa, la crisi continua a farsi sentire nel nostro tessuto produttivo, rispecchiandosi sulla comunicazione”, spiega Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director di Nielsen.
“In particolare, il saldo tra le imprese che sono entrate e uscite dal mercato dell’advertising è pari a -1.268 (-8,8%), mentre quelle investitrici hanno ridotto mediamente del -8,6% il budget per la comunicazione”.
I quotidiani e i periodici non riescono ancora a uscire da “quota -20”, con i primi a -23,7% e i secondi a -24,3%. La TV continua ad attestarsi intorno al decremento rilevato nei primi cinque mesi dell’anno e chiude il semestre a -16,4%.
Al suo interno, il mezzo televisivo evidenzia una varianza elevata: segnali positivi, infatti, si registrano per alcune emittenti che hanno cominciato a mostrare una crescita interessante sul singolo mese di giugno.
La radio chiude a -14,4% e conferma l’andamento dei mesi precedenti. Il direct mail e l’esterna sono ancora in calo, anche se a tasso ridotto rispetto a maggio.
“Questi primi sei mesi – continua Dal Sasso – si confrontano con l’importante crisi dello stesso periodo del 2012, che si è dimostrata ancora più forte a partire dal secondo semestre. Non si trascuri, inoltre, che l’anno di Europei di Calcio e Olimpiadi favorisce sempre un certo traino che, invece, questa volta è mancato, non solo in tema di spazi pubblicitari venduti, ma anche di iniziative di marketing da parte delle aziende”.
Per quanto riguarda i settori, il calo è generalizzato, con i primi due in calo rispettivamente del -22,1% (alimentari) e del – 26,6% (automobili). Le telecomunicazioni e la distribuzione sono sotto la doppia cifra, ma l’unico settore in crescita rimane l’informatica (+42,9%), grazie agli investimenti derivanti dalla comunicazione di smartphone e tablet. (Agi)