OAXACA (Messico) – Un altro giornalista assassinato in Messico. Il cadavere di Alberto Lòpez Bello, 28 anni, cronista di nera del quotidiano “El Imparcial”, è stato, infatti, rinvenuto crivellato di colpi nei pressi di un ruscello a ovest della città.
Accanto al giornalista un altro cadavere non ancora identificato dalle forze di polizia, coordinate dal procuratore dello Stato di Oaxaca, Manuel de Jesus Lopez, il quale non ha ancora confermare se il reato sia legato al lavoro di Lòpez Bello.
Il magistrato ha dichiarato all’Afp che vicino ai due corpi, entrambi martoriati da colpi, sono stati trovati bastoni e pietre con tracce di sangue, ma nessun messaggio di rivendicazione dell’esecuzione, come spesso avviene nei delitti “firmati” dalla criminalità organizzata o dai narcotrafficanti.
Quel che è certo è che Alberto Lòpez Bello si occupava di inchieste sul mercato della droga e recentemente aveva scritto articoli sulla vendita al dettaglio di droga a Oaxaca.
Il 22 maggio scorso, il giornalista era stato arrestato per alcune ore, assieme ad un altro collega, con l’accusa di aver fotografato uno striscione appeso a un ponte che riportava un messaggio probabilmente scritto dai trafficanti.
Dopo l’episodio i due giornalisti avevano investito della vicenda un organismo di difesa dei diritti umani presentando un esposto contro i sette poliziotti che avevano partecipato all’arresto.
Dal 2000, in Messico, considerato uno dei Paesi più pericolosi per i giornalisti, sono stati uccisi 84 cronisti e di altri 20 se n’è persa ogni traccia.
Il cadavere crivellato di colpi rinvenuto nei pressi di un ruscello della città di Oaxaca. Faceva inchieste sullo spaccio di droga