ROMA – Saranno 40 i giornalisti Rai che lasceranno l’azienda in regime di prepensionamento, avendo comunque raggiunto i requisiti pensionistici minimi, in seguito all’accordo tra la stessa Rai e l’Usigrai.
Si dice prepensionamento anche se, in realtà, quella attivata è la legge 223 sui licenziamenti, la legge sullo stato di crisi, perché per il servizio pubblico non è previsto, nell’ambito dell’editoria, il ricorso alla legge 416, come per il settore privato, quando coinvolto in stati di crisi e conseguenti ristrutturazioni. Per contro, saranno 75 i nuovi ingressi in ambito giornalistico.
Una quarantina, a quanto pare, arriveranno dalla Scuola di giornalismo Rai di Perugia e il resto sulla base di un concorso interno riservato a figure giornalistiche che, però, al momento hanno contratti atipici.
Inoltre, ci saranno una novantina di novazioni contrattuali attraverso concorso esterno. In più, a breve-medio termine, si andrà ad un anticipo di immissione dei precari procedendo verso l’esaurimento del bacino dei giornalisti precari Rai, mettendo così la parola fine – sperano in casa sindacale – a questa pratica che negli anni ha generato un numero significativo di giornalisti più o meno ai margini.
L’accordo viene definito “importante” dall’azienda di viale Mazzini e rientra “nell’ottica – riferisce un comunicato, dove però non si parla di numeri – del contenimento dei costi, ma anche di una incisiva azione di sviluppo e di rilancio dell’azienda e del suo ruolo di Servizio Pubblico”.
Nei giorni scorsi era stato lo stesso direttore generale Luigi Gubitosi ad annunciare queste novità in un’intervista – non consueta nel recente passato della direzione generale Rai – al Corriere della Sera, dove appunto si parlava di assunzioni in arrivo oltre che di giornalisti in uscita. (Agi)
Da una parte i prepensionamenti, dall’altra i nuovi ingressi: una quarantina dalla Scuola di Perugia, il resto da un concorso interno