
John Elkann

La sede della Corriere della Sera in via Solferino a Milano
MILANO – Via Solferino si prepara a un luglio caldo, con l’aumento di capitale da portare a termine e, contemporaneamente, il cantiere per la sistemazione del patto di sindacato che si apre.
“Abbiamo dei compagni di strada con cui siamo molto omogenei e ci troviamo assolutamente tutti d’accordo su quello che è il futuro di Rcs all’altezza del suo grande passato”, ha detto John Elkann, presidente della Fiat, alla vigilia dell’annuncio dell’acquisto di quei diritti che consentiranno al gruppo torinese di raddoppiare la sua quota, salire al 20% di Rcs e garantire stabilità al gruppo editoriale.
L’arrivo di un socio industriale era quello che auspicava Alberto Nagel, l’amministratore delegato di Mediobanca che, preannunciando l’intenzione dell’istituto di uscire dal patto appena possibile, aveva sottolineato la necessità di un soggetto principale che si facesse carico delle linee strategiche e imprenditoriali del gruppo editoriale.
“Questo non può essere il mestiere di una banca ma di un imprenditore, di un gruppo, nazionale o estero, che se ne faccia carico”, aveva detto Nagel. Piazzetta Cuccia non mancherà di sostenere il gruppo, partecipando per la sua quota parte (13,7%), così come Pirelli (5,3%), Unipol (attraverso Fonsai al 5,54%). E naturalmente Intesa Sanpaolo, che ha il 4,9% ma si è impegnata ad acquistare in aggiunta diritti fino a 10 milioni, limitandosi alla sottoscrizione di un ulteriore 2,5% per cento massimo.
All’istituto guidato da Enrico Cucchiani, che ha il 40% del consorzio di garanzia, potrebbe andare un’ulteriore, consistente quota che la porterebbe al 13% o forse più. Troppe variabili in gioco per azzardare calcoli, ma per avere una fotografia esatta basterà aspettare il 5 luglio, termine per l’esercizio dei diritti in opzione, avendo Consob chiesto a tutti gli azionisti rilevanti di dare progressivamente notizia al mercato della sottoscrizione proprio per accelerare i tempi di pubblicazione dell’azionariato post-aumento.
I ragionamenti su quel che sarà sono già iniziati, e dopo venerdì i soci del patto potrebbero già incontrarsi per fare il punto. Il decano del patto Francesco Merloni, che dopo le dimissioni di Giampiero Pesenti ha assunto le funzioni di vicario alla presidenza, non avrebbe fatto ancora nessuna convocazione e appare più probabile che nel fine settimana comincino riunioni e contatti informali.
Sul tavolo c’è sempre l’ipotesi di uno scioglimento anticipato del patto ma si ragiona anche, secondo quanto si apprende, sulla possibilità di rifare un patto più leggero contenuto al 30 per cento. E naturalmente si attendono le decisioni di Diego Della Valle, che non incrementerà la sua quota ma non ha però definitivamente chiarito se intende sottoscrivere l’aumento per confermarsi all’8,7 per cento. (Ansa)