

Giulio Anselmi
Michele Cassano
ROMA – “Un passato fatto anche di assistenzialismo e di abusi ha depositato nella maggioranza degli italiani l’erronea convinzione che l’informazione, nel suo complesso, sia assistita. Ma questo non è vero da anni”.
Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, alla presentazione dello studio “La stampa in Italia 2010-2012”, sottolinea le criticità del settore, chiama in causa la politica, ma risponde anche agli attacchi che arrivano, sempre più insistenti, nei confronti di stampa e giornalisti.
“Non dobbiamo – afferma Anselmi – avere complessi. Le urla di Grillo e le trame più sotterranee di altri non modificano questa realtà, che è stata riconosciuta recentemente dal sottosegretario Giovanni Legnini”.
Anselmi, anzi, accusa la politica di latitanza. E, pur apprezzando “i segnali di attenzione” che arrivano dal nuovo governo, sottolinea che “ci sono stati interventi di tutt’altro segno, come il taglio di 17 milioni al fondo per l’editoria e l’aumento dell’Iva che colpisce i collaterali”.
Il presidente Fieg invoca un sostegno al settore, che sposti risorse “dai soggetti ai progetti, dai contributi agli incentivi”. Un intervento pubblico, quindi, “ben definito nell’oggetto e delimitato nel tempo, per aiutare le imprese a superare l’emergenza, attraversando il guado della multimedialità”.
La strada – spiega – è “una ristrutturazione radicale”, basata sull’ “integrazione carta-web” che non danneggi le fonti tradizionali. Occorre “rapidità di intervento”, avverte Anselmi, suggerendo di riprendere il ddl Levi di riforma del settore, già approvato dalla Commissione Cultura della Camera.
Diverse le proposte della Fieg: dal riconoscimento di un credito di imposta per gli investimenti finalizzati all’innovazione a misure che favoriscano il ricambio generazionale come il rifinanziamento della legge 416; dalla modernizzazione della vendita dei giornali con un sostegno al progetto di informatizzazione della filiera a regole chiare che garantiscano un livello adeguato di protezione e remunerazione dei contenuti editoriali in rete. E ancora, un credito di imposta a favore delle imprese che investono in pubblicità sulla stampa o iniziative di promozione della lettura con buoni acquisto per la sottoscrizione di abbonamenti, anche digitali, ai giornali.
Per Anselmi è, però, necessario anche un nuovo corso nel rapporto tra editori e giornalisti. Le due categorie – spiega – “devono muoversi insieme, senza chiusure gli uni, senza cecità e lentezze corporative gli altri. Gli uni e gli altri devono essere capaci di rivedere profondamente i loro rapporti, interni ed esterni”. (Ansa).
Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, alla presentazione dello studio “La stampa in Italia 2010-2012”, sottolinea le criticità del settore, chiama in causa la politica, ma risponde anche agli attacchi che arrivano, sempre più insistenti, nei confronti di stampa e giornalisti.
“Non dobbiamo – afferma Anselmi – avere complessi. Le urla di Grillo e le trame più sotterranee di altri non modificano questa realtà, che è stata riconosciuta recentemente dal sottosegretario Giovanni Legnini”.
Anselmi, anzi, accusa la politica di latitanza. E, pur apprezzando “i segnali di attenzione” che arrivano dal nuovo governo, sottolinea che “ci sono stati interventi di tutt’altro segno, come il taglio di 17 milioni al fondo per l’editoria e l’aumento dell’Iva che colpisce i collaterali”.
Il presidente Fieg invoca un sostegno al settore, che sposti risorse “dai soggetti ai progetti, dai contributi agli incentivi”. Un intervento pubblico, quindi, “ben definito nell’oggetto e delimitato nel tempo, per aiutare le imprese a superare l’emergenza, attraversando il guado della multimedialità”.
La strada – spiega – è “una ristrutturazione radicale”, basata sull’ “integrazione carta-web” che non danneggi le fonti tradizionali. Occorre “rapidità di intervento”, avverte Anselmi, suggerendo di riprendere il ddl Levi di riforma del settore, già approvato dalla Commissione Cultura della Camera.
Diverse le proposte della Fieg: dal riconoscimento di un credito di imposta per gli investimenti finalizzati all’innovazione a misure che favoriscano il ricambio generazionale come il rifinanziamento della legge 416; dalla modernizzazione della vendita dei giornali con un sostegno al progetto di informatizzazione della filiera a regole chiare che garantiscano un livello adeguato di protezione e remunerazione dei contenuti editoriali in rete. E ancora, un credito di imposta a favore delle imprese che investono in pubblicità sulla stampa o iniziative di promozione della lettura con buoni acquisto per la sottoscrizione di abbonamenti, anche digitali, ai giornali.
Per Anselmi è, però, necessario anche un nuovo corso nel rapporto tra editori e giornalisti. Le due categorie – spiega – “devono muoversi insieme, senza chiusure gli uni, senza cecità e lentezze corporative gli altri. Gli uni e gli altri devono essere capaci di rivedere profondamente i loro rapporti, interni ed esterni”. (Ansa).
Anselmi cita il messaggio di Siddi: “editori e giornalisti insieme”
Nel citare il messaggio inviato, da Dublino, dal segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, Anselmi ha affermato che “insieme editori e giornalisti chiedono, oggi, attenzione per l’editoria e per chi ci lavora. Ma prima ancora per l’informazione che è un bene comune, patrimonio di tutti coloro che sono interessati alla salute della democrazia e sanno valutare l’importanza determinante di giornali liberi, per la vita civile e la crescita di una società”. (Adnkronos)