La piena solidarietà e l’impegno a non lasciare soli i colleghi del “Corriere Canadese” e tutti gli italiani all’estero

Una ferita per tutto il mondo dell’informazione

Franco Siddi, segretario generale della Fnsi

ROMA – È una notizia desolante e di grande tristezza. L’interruzione di una voce storica degli italiani all’estero, affermata in Canada e ben nota agli ambienti della comunità italiana in Patria, è una ferita per tutto il sistema dell’informazione italiano e per la stessa capacità della nazione di rapportarsi a tutti i suoi cittadini, ovunque essi siano nel mondo, con una leale e competente informazione italiana.
La scelta dell’editore trova sicuramente delle ragioni in una politica spesso distratta, reticente e talvolta infastidita verso una comunità – quella italiana nel mondo – e le sue voci più affermate che sono invece una ricchezza e un interesse nazionale rilevante.
Le leggi dell’editoria e i regolamenti, aggiornati in parte e in attesa di riforma più ampia, non possono essere causa dello spegnimento di una voce così importante e autorevole come il Corriere Canadese, della privazione di lavoro per stimati e preparati professionisti che rendono onore al giornalismo limpido, all’Italia, alla sua lingua e alla sua cultura.
Il sistema dei contributi pubblici – abbiamo sempre detto noi del sindacato dei giornalisti, la Fnsi – deve avere delle specificazioni opportune per le imprese e per le redazioni italiane che operano all’estero al servizio della comunità, nella formazione di una opinione pubblica libera, multiculturale e pure con il cuore e le radici ben piantate in Italia.
Un modello organizzativo misto (Italia-Canada) come nel caso del Corriere Canadese non può essere ostacolo all’accesso dell’intervento pubblico nazionale. Tuttavia, anche l’editore, o gli editori, devono fare qualche sforzo creativo, imprenditoriale e organizzativo supplementare prima di annullare ogni esito produttivo della propria impresa.
Le formule, i modelli organizzativi si possono adeguare e nello stesso tempo è indispensabile continuare a invocare una modifica di legge e di regolamento dell’editoria che renda più fluida, nella trasparenza e nella correttezza gestionale, il rapporto tra testata italiana all’estero, comunità in Patria e istituzioni statali.
Ai colleghi la piena solidarietà e l’impegno a non lasciarli soli, a far sentire comunque la loro voce – che da oggi diventa di speranza in una riapertura al più presto possibile – da parte della Federazione Italiana della Stampa e mia personale.

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