Il Garante della privacy bacchetta giustamente i giornalisti. Rossi: “Ignorata la tutela dei minori. Lo scoop è una cosa seria”

Sconcertante intervista al figlio undicenne dell’attentatore

Antonello Soro

Luigi Preiti immobilizzato dai carabinieri dopo l’attentato

ROMA – “Occorre evitare ogni strumentalizzazione dei minori: l’esercizio del diritto di cronaca non deve accrescere le sofferenze dei  soggetti più indifesi”.
Antonello Soro, presidente del Garante per la privacy invita i media a valutare con la massima attenzione e responsabilità l’effettiva necessità di riferire dettagli e particolari non essenziali ai fini di una corretta informazione sulla sparatoria avvenuta ieri davanti a Palazzo Chigi”.
In particolare, Soro invita gli organi di informazione e i siti web ad astenersi dal pubblicare e diffondere dettagli eccessivi e immagini che possano ledere la dignità delle persone coinvolte, richiamando tutti al doveroso rispetto delle garanzie poste a tutela dei minori dal Codice deontologico dei giornalisti e dalla Carta di Treviso.
“E’ sempre necessario – ricorda Soro – tutelare la personalità dei minori, soprattutto quando non sono direttamente coinvolti in fatti di cronaca, considerando sempre il diritto del minore alla riservatezza come prioritario”.
Per il presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, è “veramente sconcertante l’intervista, apparsa su varie testate, del figlio undicenne dell’attentatore di Palazzo Chigi, Luigi Preiti”.
“Non solo appare del tutto ignorato il codice deontologico, contenuto nella Carta di Treviso, a tutela dei minori, siglato, oramai diversi anni fa, da Ordine dei giornalisti, Federazione della Stampa e Telefono Azzurro, ma – sottolinea Giovanni Rossi – appare assolutamente incomprensibile come una tale intervista possa avere stimolato l’attenzione di chi dovrebbe fare informazione in maniera corretta, rispettando, tra l’altro, le regole condivise della professione. Lo scoop è una cosa seria. Bene stanno facendo alcuni Ordini regionali ad aprire procedimenti disciplinari”.

L’Odg della Lombardia apre un procedimento disciplinare

Letizia Gonzales

MILANO – L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia aprirà un procedimento disciplinare contro i giornalisti e i direttori delle testate che hanno intervistato il figlio undicenne di Luigi Preiti, autore dell’attentato a Palazzo Chigi.
“È inammissibile – dichiara il presidente dell’Ordine, Letizia Gonzales  – che giornalisti professionisti violino così palesemente le regole che governano la nostra professione, trasformando l’informazione in un’operazione di sciacallaggio, solo per fare uno scoop”.
“È ora di mettere un freno a questo modo selvaggio di concepire la notizia – ha aggiunto Letizia Gonzales – che non trova giustificazione alcuna nel diritto di cronaca. Dispiace dover ancora una volta ricordare ai colleghi che questa barbarie è intollerabile e non è giustificata nemmeno da un’autorizzazione magari concessa dalla mamma di questo bambino”.
L’intervista secondo la presidente dell’Odg lombardo, viola le norme deontologiche, in particolare quelle contenute nella Carta di Treviso, il codice di autoregolamentazione che tutela i diritti dei minorenni al centro di casi di cronaca. (Ansa)

Telefono Azzurro: “Violata la Carta di Treviso”

Ernesto Caffo

MILANO – Parla di incredulità e impotenza Telefono Azzurro riguardo all’intervista del figlio 11enne di Luigi Preiti, trasmessa da diverse emittenti televisive.
 “Telefono Azzurro ha assistito con incredulità e un senso di impotenza all’intervista – afferma la nota – più di 20 anni fa e precisamente il 5 ottobre 1990 è stata firmata dalla Federazione Nazionale della Stampa, dall’Ordine dei giornalisti e da Telefono Azzurro stesso, la Carta di Treviso, un’intesa poi aggiornata nel corso degli anni che contiene una serie di norme che regolano la tutela dei minori nell’attività giornalistica e che trae ispirazione dai valori della nostra Carta costituzionale e dalla Convenzione dell’Onu”.
Telefono Azzurro chiede poi che vengano presi provvedimenti. “Nonostante il fatto di cronaca che ha visto protagonista Luigi Preiti sia riprovevole, estremamente drammatico e le sue conseguenze tragiche per tutte le persone coinvolte – afferma il presidente  Ernesto Caffo – Telefono Azzurro non può dimenticare l’impegno preso oltre 25 anni fa a tutela dei minori. Per questo motivo riteniamo che con questa intervista al figlio di Luigi Preiti siano state violate la gran parte delle norme contenute nella Carta di Treviso stesa insieme ai più autorevoli organi competenti in tema di informazione. Vorremmo evitare che questo si ripeta sia nei confronti del figlio di Luigi Preiti sia di tutti gli altri minori coinvolti in fatti di cronaca e chiediamo quindi che si prendano provvedimenti in tal senso”. (Agi)

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