Dopo 50 anni di censura militare, vanno a ruba i primi 4 quotidiani autorizzati sui 25 che ne hanno fatto richiesta

Birmania: libertà di stampa ancora per pochi

Censura abolita in in Birmania (AP Photo/Khin Maung Win)

RANGOON (Birmania) – La stampa degli editori privati, dopo 50 anni di censura militare, è tornata a circolare in Birmania. I quattro quotidiani indipendenti The Voice, The Union, The Golden Fresh Land e The Standard Time sono andati a ruba.
L’autorizzazione era stata chiesta da 25 testate ma solo in 16 hanno ottenuto l’autorizzazione. Di queste 4 sono riuscite a mettere insieme la struttura sufficiente per cominciare le pubblicazioni lo scorso 1° aprile.
C’è attesa anche per la versione quotidiana di D-Wave, il settimanale di Aung San Suu Kyi. Per il momento, però, i giornali escono solo nelle edicole di Rangoon, date le difficoltà nella distribuzione. Sono tutti in lingua birmana anche se nel Paese (circa 60 milioni di abitanti) convivono 135 etnie che parlano lingue e dialetti diversi. Il costo del quotidiano è di 20 centesimi di euro ma il reddito pro capite annuo è di soli mille euro.
Giornalisti ed editori attendono anche una nuova legge sulla stampa che liberi il sistema dalle norme restrittive che sono ancora in vigore. Malgrado le riforme, il settore rimane regolato da norme concepite dalla giunta militare. Una nuova legge organica è in via di preparazione.
Le pubblicazioni di carattere religioso o politico saranno però le ultime a ottenere il permesso di diffusione libera. Consapevole della novità anche il vecchio giornale di Stato New Light of Myanmar sta cercando investitori. (Sir)

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