Alcuni giornalisti avrebbero pagato dei funzionari in cambio di informazioni. Dubbi, però, sull’identità dell’informatore

Sul Wall Street Journal l’accusa di corruzione in Cina

NEW YORK (Usa) – Corruzione di funzionari cinesi per ottenere informazioni. Questa l’accusa da cui deve difendersi la redazione del Wall Street Journal in Cina, su cui il dipartimento di Giustizia statunitense, lo scorso anno, ha aperto un’indagine.
Secondo un informatore, alcuni giornalisti avrebbero pagato per ottenere notizie da pubblicare. Il quotidiano respinge le accuse, in un momento in cui la News Corp., il gruppo di Rupert Murdoch che detiene il giornale, è già sotto pressione negli Stati Uniti per l’indagine, arrivata quasi al termine, sullo scandalo delle intercettazioni telefoniche nel Regno Unito, che ha portato all’arresto di diversi giornalisti e alla chiusura del tabloid News of the World. Non è chiaro se, al momento, l’indagine sulla redazione in Cina sia ancora aperta.
E’ possibile, però, e non lo pensa solo il quotidiano accusato, che l’informatore sia in realtà un agente del governo cinese, incaricato di screditare il lavoro d’inchiesta del Wall Street Journal in Cina e di vendicarsi di indagini che hanno infastidito le autorità di Pechino. La News Corp. ha fatto sapere di aver incaricato un gruppo indipendente di esperti di indagare sul lavoro della redazione in Cina, ma di non aver ricevuto alcuna prova di comportamenti inappropriati o illegali.
I contrasti tra il Wsj e le autorità cinesi sono cominciati nel marzo dello scorso anno con le indagini sullo scandalo che ha travolto Bo Xilai, una volta politico in ascesa, ora in carcere in attesa di un processo per corruzione, dopo l’arresto e la condanna all’ergastolo per la moglie, colpevole dell’omicidio di un uomo d’affari inglese. Ma i pessimi rapporti tra la Cina e i media statunitensi non si fermano a quelli con il Wall Street Journal, colpito – come per esempio anche il New York Times – dagli attacchi di hacker cinesi, che da mesi stanno aggredendo l’industria dell’informazione, aziende e agenzie governative degli Stati Uniti, dando vita a quella che molti hanno definito una “guerra informatica”.
Se le accuse si rivelassero però fondate, il comportamento dei giornalisti potrebbe essere considerato una violazione dello U.S. Foreign Corrupt Practices Act, la legge anti-corruzione che ha già messo nei guai la News Corp. per le sue attività nel Regno Unito .(TMNews)

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