Per l’amministratore delegato “il punto è mettere Rcs in sicurezza”. Sui 10 periodici da cedere “interesse da editori italiani”

Rcs, Pietro Scott Jovane: “La priorità ora è il debito”

La protesta dei giornalisti di Rcs

MILANO – “Dopo aver fatto approvare il piano a dicembre, ora per Rcs la priorità è gestire la parte finanziaria, che è molto complicata, con la ristrutturazione del debito e la rivisitazione delle scadenze per farle coincidere con il fabbisogno del piano, anche oltre il 2015”. Lo ha detto l’Ad Pietro Scott Jovane.
Rcs “in questa fase ha bisogno di mostrare agli azionisti e alle banche senso di responsabilità, capacità di fare efficienza e ripensare che cosa è strategico e cosa no. Dobbiamo fare il massimo sforzo possibile per poi chiedere il minimo indispensabile a soci e banche”, ha proseguito Pietro Scott Jovane, a margine del Candido Day.
“In queste settimane – ha spiegato Jovane – lavoro con i soci con incontri ‘one-to-one’. Siamo nella direzione giusta. Sono conversazioni molto utili”.
Quello di convincere gli azionisti “è un lavoro su cui sono impegnato significativamente”, ha aggiunto l’Ad. Comunque, “la scelta fatta da molti soci alla nomina del Cda con componenti per lo più indipendenti – ha ricordato – è stata fatta per mettere l’azienda nelle condizioni di prendere le decisioni necessarie e quelle migliori per poter crescere”.
“Ciascuno dei soci si aspetta progetti di sviluppo e anche di efficienza. Sui Periodici – ha detto tra l’altro Jovane – ci é stato chiesto di essere precisi, ‘perimetrati’, avendo definito le testate con strategia chiare e facendo chiarezza sull’efficienza”. Più in generale, l’obiettivo è “portare Rcs da un mercato difficile con un ruolo leader dell’editoria ad essere i primi attori nel digitale”.
Nel gruppo, comunque, “andiamo veloci, anche se non vogliamo fare le cose frettolosamente e male”. Il punto, però, è “mettere Rcs in sicurezza, mettere tutte le redazioni in sicurezza”. Poi anche su cosa fare degli immobili, “ci ragioniamo”, ha spiegato. Jovane ha parlato anche degli esuberi annunciati alle rappresentanze sindacali (800 nel gruppo, di cui 640 in Italia).
“Fa molto piacere rimarcare il senso di responsabilità che c’é. Certo che c’é dialettica, siamo un’azienda media, ha detto, segnalando però anche “l’orgoglio di Rcs di gestirsi i problemi con le proprie risorse”. Tra dipendenti, banche e azionisti ora “certamente c’é più consapevolezza di prima”.
Il gruppo, ha ricordato del resto, opera “nei due paesi d’Europa maggiormente colpiti dalla crisi”, Italia e Spagna. Il manager è poi stato poi interpellato sulle parole dell’Ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che l’altro giorno ha parlato delle difficoltà di esecuzione che vede nel piano Rcs chiedendosi se non serva forse un aumento di capitale più consistente: “Se fossi stato in Ghizzoni – ha detto Jovane – avrei detto qualcosa di simile. Nell’editoria siamo in discontinuità, come creditore è giusto che (Unicredit, ndr) ritenga difficile l’esecuzione di un piano così di questi tempi”. L’Ad Rcs ha infine parlato delle condizioni del mercato segnalando che sono “complicate e difficili per tutti”.
“Fino a dopo le elezioni rimarrà cosi – ha detto -. In Spagna la situazione è un po’ meno drammatica rispetto alla fine dell’anno scorso, l’inizio anno è andato meglio”.
Sui dieci periodici Rcs da cedere “abbiamo avuto manifestazioni di interesse precise e plurime”, ha detto, ancora, Scott Jovane. Sono “meno di dieci”, “da editori, prevalentemente italiani, e operatori finanziari, anche dall’estero”. La decisione ci sarà tra “qualche settimana”, “entro il primo trimestre”. (Ansa)

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