ROMA – L’assemblea di redazione del Corriere dello Sport-Stadio giudica unanimemente irricevibile il Piano di Riorganizzazione presentato dall’Azienda e dal Direttore al Cdr il 21 gennaio scorso, ritenendolo totalmente inadeguato a raggiungere gli obiettivi che si pone. Il suddetto documento non spiega in modo concreto né convincente la futura organizzazione del giornale, non indica il programma editoriale (foliazione, numero di edizioni, cronogramma), né gli interventi di riorganizzazione.
Il Piano non parla delle modalità di interazione tra le redazioni del giornale cartaceo e del sito, nè indica alcun intervento a difesa della qualità del prodotto, aspetto ineludibile per stare su un mercato sempre più esigente e selettivo.
La redazione conviene che non sia più procrastinabile affrontare il nodo della multimedialità, ma essendo questa una scelta strategica fondamentale deve essere affrontata con la massima chiarezza e trasparenza. L’unico aspetto chiaro di questo piano è relativo al numero degli esuberi, la cui congruità – tutta da dimostrare – non può prescindere da un’analisi precisa e dettagliata sull’organizzazione del lavoro.
Peraltro il taglio richiesto, pari al 20% dell’organico attuale, si aggiunge alla riduzione del 10% (da 65 a 59 giornalisti) già realizzata dall’azienda con il mancato rispetto dell’accordo sindacale dell’1 dicembre 2009. Tutti tagli che hanno depauperato in maniera drammatica il patrimonio intellettuale della testata.
Inoltre la questione di come si dovrebbe fondare oggi un nuovo Corriere dello Sport, evocata dal Piano, è priva di senso, giacché la forza del marchio Corriere dello Sport-Stadio sta proprio nella sua storia, da cui deriva la sua autorevolezza, trampolino per ogni iniziativa futura.
Alla luce di tutto questo, l’Assemblea di redazione all’unanimità dà ampio mandato al Comitato di Redazione per l’apertura di un confronto con l’Azienda sulla base di un reale piano di riorganizzazione.
La redazione conviene che non sia più procrastinabile affrontare il nodo della multimedialità, ma essendo questa una scelta strategica fondamentale deve essere affrontata con la massima chiarezza e trasparenza. L’unico aspetto chiaro di questo piano è relativo al numero degli esuberi, la cui congruità – tutta da dimostrare – non può prescindere da un’analisi precisa e dettagliata sull’organizzazione del lavoro.
Peraltro il taglio richiesto, pari al 20% dell’organico attuale, si aggiunge alla riduzione del 10% (da 65 a 59 giornalisti) già realizzata dall’azienda con il mancato rispetto dell’accordo sindacale dell’1 dicembre 2009. Tutti tagli che hanno depauperato in maniera drammatica il patrimonio intellettuale della testata.
Inoltre la questione di come si dovrebbe fondare oggi un nuovo Corriere dello Sport, evocata dal Piano, è priva di senso, giacché la forza del marchio Corriere dello Sport-Stadio sta proprio nella sua storia, da cui deriva la sua autorevolezza, trampolino per ogni iniziativa futura.
Alla luce di tutto questo, l’Assemblea di redazione all’unanimità dà ampio mandato al Comitato di Redazione per l’apertura di un confronto con l’Azienda sulla base di un reale piano di riorganizzazione.