BOLOGNA – Illegittimo: è quanto ha stabilito il giudice del lavoro del Tribunale di Bologna riguardo al licenziamento intimato da Conti Editore srl, società editrice di periodici sportivi – tra cui, fino a poco tempo fa, il “Guerin Sportivo” -, al giornalista Franco Rossi, ordinandone “la reintegra nel posto di lavoro e nelle mansioni, o in mansioni equivalenti”.
Rossi, giornalista pubblicista, assunto nel 1987 da Conti Editore (ex art.2 del Contratto di lavoro giornalistico), era stato licenziato dalla stessa azienda in base ad un certificato medico di “inidoneità alla mansione di tester” nelle prove su circuito di auto e moto. Mansione, quella di “tester” che – si legge nella sentenza del tribunale emiliano – “non è quella dedotta nel contratto tra le parti”. Tradotto: Franco Rossi è stato regolarmente assunto con contratto giornalistico e non come test driver nei circuiti automobilistici.
“Infatti, in tale contratto (ex art. 2 del Ccnl Lavoro giornalistico, ndr) – recita la sentenza – non è in alcun modo specificato, né direttamente né indirettamente, che il ricorrente debba svolgere in prima persona le c.d. prove di Test, che sono sicuramente in gran parte di tipo strumentale, e sono rilevate direttamente da strumenti, e poi elaborate e descritte dal Giornalista Pubblicista, con la conseguenza che nulla sembra impedire, da un punto di vista logico, che un soggetto effettui le prove di test ed un soggetto diverso scriva l’articolo sulla base delle rilevazioni strumentali raccolte durante la prova”.
D’altro canto, “è poi emerso che l’oggetto specifico dell’attività lavorativa del ricorrente era la redazione di almeno 1 articolo o servizio alla settimana, relativo a prove e test di autoveicoli e motoveicoli in genere, con redazione di resoconti dettagliati”.
Giudicata priva di ogni fondamento la motivazione alla base del licenziamento, Rossi, difeso dagli avvocati Tebaldi e Piccinini (quest’ultimo legale dell’Assostampa dell’Emilia Romagna, sin dall’inizio schierata al fianco del giornalista), può dunque tornare a fare il suo lavoro, cioè il giornalista, alla Conti Editore. Almeno secondo la legge. Che ha condannato Conti Editore srl “al risarcimento del danno a favore di Rossi Franco, liquidato in misura pari alle retribuzioni mensili globali di fatto dovute, dal giorno del licenziamento a quello di reintegra, dedotto l’aliunde perceptum, oltre alla regolarizzazione contributiva, con interessi legali e rivalutazione monetaria secondo indici Istat, dalla mora al saldo”. Oltre, naturalmente, “alla rifusione delle spese processuali a favore del ricorrente, liquidate in Euro 2.500, 00 oltre Iva e cpa”.
Lo ha deciso il giudice del lavoro del Tribunale di Bologna, sottolineando che il giornalista non è, per contratto, un tester