
Luca Telese
ROMA – A soli tre mesi dal debutto, il quotidiano “Pubblico” segna il passo e rischia di chiudere. Oggi, infatti, giornalisti e poligrafici hanno scioperato per impedire l’uscita dell’edizione di domani del giornale.
“Il 18 dicembre – ricorda l’assemblea dei redattori – Pubblico compie tre mesi. Tre mesi in cui ciascuno di noi ha dato il meglio per raccontare cosa sta accadendo in questo momento nel nostro Paese. E per rappresentare quanti non si sentono rappresentati. Lavoratori, ricercatori, disoccupati, precari, innovatori”.
“Lanciarsi in una scommessa come la nostra – aggiungono i giornalisti – richiede coraggio, fantasia, generosità e rigore. Nelle ultime ore però l’azienda, con una tempistica inaccettabile, ci ha comunicato che la tenuta economica è grave al punto da palesare già nei prossimi giorni uno scenario di messa in liquidazione della Pubblico edizioni srl. E tutt’ora non abbiamo nessuna certezza né garanzia su cosa verrà dopo. Di sicuro non accettiamo di essere liquidati in modo così brutale”.
“Qualsiasi decisione – rivendica l’assemblea dei redattori di Pubblico – dovrà avvenire nel confronto con la redazione e le rappresentanze sindacali. Alla vigilia di un consiglio di amministrazione e di una assemblea dei soci che dovranno decidere il futuro di circa trenta lavoratori e di tutti i collaboratori, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti. Dell’amministratore delegato Tommaso Tessarolo, del direttore Luca Telese. E poi di tutti i soci che hanno investito in questa impresa”.
“Davanti – sottolineano i giornalisti del quotidiano diretto da Luca Telese – abbiamo mesi cruciali e una campagna elettorale decisiva per il futuro del Paese. Noi vogliamo esserci. E per esserci abbiamo il dovere di far fronte alla situazione di difficoltà che il nostro giornale vive in queste ore con la stessa dignità e lo stesso coraggio delle persone che abbiamo raccontato in questi mesi. Lo dobbiamo a loro. E lo dobbiamo a noi stessi, che in questo progetto abbiamo investito tutto”.
“Vogliamo – affermano i giornalisti – continuare a crederci. Ai lettori chiediamo di sostenerci scegliendo questo giornale ogni giorno. Ma domani nelle edicole Pubblico non ci sarà”.
“Scioperiamo – concludono i giornalisti – in difesa del nostro lavoro, delle pagine del giornale e della possibilità di continuare a scriverle, senza perdere diritti e dignità”.
“Piena solidarietà alla redazione”, viene espressa dal segretario dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini, secondo il quale “siamo di fronte all’ennesimo caso di mala-editoria, un’impresa che evidentemente non ha valutato con attenzione, e dire il vero non era difficile, l’impatto di un nuovo quotidiano su un panorama editoriale in crisi come quello italiano. Incoscienza o incapacità?”.
“Il fatto è – conclude Butturini – che alla fine paga un corpo redazionale, giornalisti e poligrafici, che ci aveva scommesso con entusiasmo e grande professionalità”.
L’Asr “diffida azienda e direzione dal prendere qualsiasi decisione senza il preventivo confronto con il sindacato”, assicurando assistenza sindacale e legale a tutela dei diritti dei giornalisti e della loro professionalità.