PALERMO – E’ iniziato a Palermo, dopo due rinvii, il processo contro il consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Leonardo Romeo, imputato di avere falsificato un documento per ottenere l’iscrizione nel registro dei praticanti tenuto dallo stesso Consiglio di cui faceva parte: in questo modo Romeo potè affrontare gli esami per diventare giornalista professionista, da lui poi superati.
I primi due testi ascoltati dal giudice monocratico della terza sezione del tribunale, Maria Dioguardi, sono stati il maresciallo Mariano Cicero, che ha condotto le indagini, coordinate dal pm Sergio Demontis, e l’ex presidente dell’Ordine regionale, Franco Nicastro.
Il giornalista, attuale componente del Consiglio nazionale, ha ricostruito le fasi della vicenda: dalla scoperta delle “anomalie” nella documentazione presentata da Romeo alla sospensione della sua iscrizione nel registro dei praticanti, fino alla segnalazione del caso alla Procura della Repubblica.
Benché informata della sospensione del praticantato, la Commissione di esami, però, ammise ugualmente Romeo alle prove di abilitazione.
La revisione del fascicolo del consigliere dell’Ordine portò, ha riferito Nicastro, alla scoperta di una manipolazione dei documenti fiscali che era sfuggita al primo esame.
Da altri accertamenti risultò che le condizioni di lavoro giornalistico di Romeo non erano compatibili con il riconoscimento di una vera e propria attività professionale. Romeo si è sempre protestato innocente.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, delegato a trattare il suo caso in sede disciplinare, lo ha convocato per il 23 novembre. Il processo è stato rinviato al 7 febbraio, per l’audizione di altri tre testi. (Agi)