ROMA – “Un segnale che ricorda certi attentati vecchio stampo. La Lega e l’Api hanno costruito un muretto a secco dal quale poi, improvvisamente, è spuntata una lupara”.
Così, intervistato dal Messaggero, il segretario della Fnsi, Franco Siddi, a proposito del sì del Senato, con voto segreto, al carcere per il giornalista che diffama. Siddi dice basta alle semplificazioni di una corporazione contro l’altra: “Forse – spiega – nel dipingere la realtà in questo modo i giornali e anche forme di giornalismo esasperato hanno giocato un ruolo, lo ammetto”, tuttavia “non è possibile che qualsiasi confronto o scambio di opinioni si trasformi in uno scontro fra tifoserie, fra eserciti contrapposti”.
“Così non si colpisce la casta dei giornalisti – sottolinea Siddi – ma la libera stampa che ha la missione di controllare i pubblici poteri. Poi magari lo fa con mille limiti, ma così davvero si colpiscono gli strumenti della libertà di un Paese”. (Ansa)