Il giornalista non sarà interdetto dalla professione se condannato per la prima volta. Il testo in Aula domani, dall’art.1

Ddl diffamazione: niente interdizione alla prima condanna

ROMA – Salta la misura dell’interdizione dalla professione giornalistica in caso di una prima condanna per diffamazione. Lo ha deciso la Commissione giustizia del Senato con un voto bipartisan.
Hanno votato contro i senatori del Pd Casson e Vita. Il testo torna in Aula domani.
Si è, dunque, sbloccato l’impasse in commissione Giustizia, che ha trovato l’intesa su una settima riformulazione dell’emendamento del Pdl a firma Balboni e Mugnai, su cui ha convenuto anche quasi tutto il Pd, esclusi Cassone e Vita che hanno votato contro, d’Ambrosio e il radicale Perduca che si sono astenuti.
La nuova disciplina sull’interdizione dell’attività giornalistica stabilisce che alla prima condanna per diffamazione non sono previste misure interdittive, dalla seconda condanna, per la recidiva semplice, è facoltà del giudice applicare un’interdizione da uno a 6 mesi, mentre alla terza condanna, per la recidiva reiterata, è obbligatorio per il magistrato prevedere l’interdizione da uno a dodici mesi.
Dopo che si è sbloccata la situazione in commissione Giustizia sull’articolo 1, domani si torna in Aula e si procederà subito al voto segreto su questo articolo su cui il Senato rimane spaccato.
Sull’esito della votazione di domani è lo stesso presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli a mostrare cautela. “C’é una parte dei senatori molto sensibili alla tutela del diffamato – spiega Berselli – e poi ci sono coloro che sono portatori di istanze dei giornalisti e che vogliono solo sanzioni lievi. Si sono registrate in passato queste divisioni in Aula e credo che si registreranno anche domani, nonostante stasera si sia trovata un’intesa sull’articolo accantonato con la nuova riformulazione sull’interdizione”. (Ansa)

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