BOLOGNA – Il Guerin Sportivo festeggia il suo 100° anno di vita e per l’occasione l’ex direttore Paolo Facchinetti ha scritto “Un secolo di Guerino. La storia leggendaria del più antico periodico sportivo del mondo (Minerva Edizioni, 276 pagine, 17 euro). Al mondo, infatti, non esiste altro periodico più antico, settimanale o mensile, sportivo.
Nato a Torino nel gennaio del 1912, il “Guerin Sportivo” ha fatto la storia dello sport e del giornalismo: qui sono nati i “marchietti” delle squadre, qui ha cominciato a scrivere Gianni Brera. Lo hanno guidato uomini e giornalisti straordinari come il conte Alberto Rognoni, Italo Cucci o Marino Bartoletti. Lo ha diretto anche il calabrese Domenico Morace, già direttore del Corriere dello Sport e oggi presidente onorario dell’Ussi Calabria, che durante il Mondiale di Calcio del 1994 scelse eccezionalmente di renderlo bisettimanale.
Vi hanno scritto di sport Alberto Bevilacqua, Dario Fo e la Gialappa’s Band. Da qui sono partiti i più virtuosi disegnatori e vignettisti del ’900, come “Carlin” e “Marino”.
Il libro che ripercorre le vicende del giornale lungo un secolo di storia e ne mette in risalto le figure e gli eventi che lo hanno reso popolare.
Il libro di Paolo Facchinetti che del Guerino, oltre che direttore è stato appassionato studioso, ripercorre le vicende del giornale lungo un secolo di storia e ne mette in risalto le figure e gli eventi che lo hanno reso popolare.
Paolo Facchinetti, bolognese, classe 1938, ha cominciato a scrivere nel 1961 (per il quotidiano della sera “La Notte”) e non ha ancora smesso. Negli anni, numerose e diverse le esperienze lavorative: caporedattore del quotidiano“Stadio”, direttore del “GuerinSportivo”, direttore della Divisione libri della Conti Editore, autore di testi peri fumetti illustrati da Paolo Ongaro in “Topolino Sport”, responsabile italiano per una storia delle Olimpiadi pubblicata dalla Olympische Sportbibliotek di Monaco, autore di 19 libri di contenuto sportivo. Questa – giura – è stata la sua ultima fatica.
La presentazione del libro è avvenuta ieri, nella sala delle assemblee della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, nel corso di un incontro coordinato dalla giornalista Sabrina Orlandi, al quale hanno partecipato gli ex direttori Marino Bartoletti, Italo Cucci e Matteo Marani e l’editore Ruggero Mugavero
Una storia di grandi firme, dai fogli in carta verde all’Ipad
BOLOGNA – Centoanni in un libro. Una storia di grandi firme, dai fogli in carta verde, a quella patinata; dal rotocalco fino all’Ipad. Tutte dentro “Un secolo di Guerino, la storia leggendaria del più antico periodico sportivo del mondo”, scritto dall’ex direttore, Paolo Facchinetti.
Il volume è stato presentato nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio a Bologna. A raccontare “il loro Guerino”, due storici direttori della rivista, Italo Cucci e Marino Bartoletti oltre all’attuale “capo”, Matteo Marani. “Prima di parlare del Guerino – ha detto Cucci – un saluto al mio amico Helmut Haller, un compagno di giochi che non riusciva a star serio neanche tre minuti”.
Poi é partito con il racconto, parlando dei vecchi proprietari, dell’eredità del suo predecessore, Gianni Brera, del clima che vivevano, dei Guerin d’oro, dei ritmi: “Zazzaroni – ha scherzato – ancora mi rinfaccia di essersi sposato di sabato e già domenica era a fare il Guerino. Io per tutti sono e mi sento ancora direttore del Guerino”.
Parole simili a quelle di Bartoletti: “la cosa più bella che ho fatto, è stata dirigere il Guerin Sportivo, una tribù magnifica. Andando via ho fatto l’errore di non prendere le copie che avevo firmato da direttore. Le ho ricomprate tutte su ebay”. Marani, ha invece raccontato gli ultimi cambiamenti della rivista, la trasformazione in mensile, la difficoltà di traghettare il marchio Guerin Sportivo nell’epoca di internet e del calcio in tv 24 ore su 24. Nel pubblico, tra gli altri, il tecnico del Bologna, Stefano Pioli oltre a Franco Colomba e Giancarlo Marocchi.
“Noi siamo cresciuti con la vostra rivista – ha detto Pioli – bella da leggere, sempre molto attenta ai campionati esteri. Non vedevamo l’ora di vederlo. Una copertina per me? No, ero un buon giocatore non un campione, speriamo con il Bologna”. (Ansa)