Bonaventura Candido
Il Porto di Messina con la Calabria sullo sfondo
MESSINA – “In relazione alla mia richiesta di giustizia per la pubblicazione di un articolo che ho ritenuto lesivo della mia reputazione, ho inteso rifiutare la tutela dello Stato rimettendo la querela senza nulla pretendere in cambio. E ciò sia come gesto di solidarietà nei confronti del giornalista Sallusti, sia per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla necessità di porre mano ad una riforma, per fare in modo che tutti gli imputati e tutte le parti civili vengano trattate allo stesso modo. Non esprimo giudizi sul merito della questione, ma sull’entità della pena”.
L’avvocato Bonaventura Candido ha, così, motivato al giudice monocratico del Tribunale di Messina, Sebastiano Sofia, la sua decisione di ritirare la querela in apertura di udienza del processo per diffamazione nei confronti di un giornalista di Messina.
L’avvocato Bonaventura Candido, nell’esprimere piena solidarietà alla categoria dei giornalisti, sconvolta dal caso Sallusti, ha quindi fatto verbalizzare la sua rinuncia al giudizio nei confronti del giornalista, accompagnata dall’auspicio che il clamoroso gesto possa servire alla causa di quanti si battono per la depenalizzazione della pena carceraria per i reati a mezzo stampa.
L’avv. Candido ha denunciato che “In Italia assistiamo troppo spesso a condanne esemplari (in questo caso a mio giudizio esorbitanti), quando le parti parti offese sono magistrati o notabili, e ridicole quando invece si tratta di persone comuni. La dignità di un uomo è uguale a quella di un altro ed un giornalista deve essere punito in egual misura di fronte alla medesima forza diffamatrice”. Il mio auspicio è che il mio gesto, la mia rinuncia ad ottenere giustizia, possa serve a ravvivare il dibattito e trovare soluzioni di equità”.
