ROMA – “Una lingua morta? Niente affatto. Anzi, una lingua che sta vivendo un boom di attenzione in tutto il mondo, come dimostra anche la notizia recente proveniente dalla Germania, ove nell’anno scolastico appena iniziato un terzo degli studenti dei licei ha chiesto di imparare la lingua di Cicerone”.
Da sempre attento alla valorizzazione delle lingue classiche, “Avvenire”, a partire da oggi, dà inizio ad una nuova rubrica, scritta in latino. “L’occasione per riflettere sui nostri giorni – spiega il quotidiano della Cei – alla luce della sapienza che gli antichi scrittori, classici e cristiani, elaborarono nel passato: è questo lo scopo degli articoli che appariranno, a scadenza settimanale, ogni martedì, nella rubrica Hortensius”.
Sono scritti in latino, la lingua in cui quel pensiero è stato coltivato con chiarezza. Al martedì successivo, oltre al nuovo testo in latino, apparirà anche la traduzione del testo precedente.
Assieme ai lettori “Avvenire” si mette, dunque, in dialogo con gli autori di quella nobile “respublica litterarum” che ha unito per secoli i popoli dell’Europa. Autore della rubrica è don Roberto Spataro, professore di Letteratura cristiana antica presso la Facoltà di lettere cristiane e classiche dell’Università Pontificia Salesiana. (Asca)
Sul quotidiano della Cei, ogni martedì, ci sarà “Hortensius” per “riflettere sui nostri giorni con la sapienza degli antichi”