Polemiche sulla scorta: il presidente della Camera invita il ministro Cancellieri a intervenire subito e ammonisce il quotidiano

Fini contro Libero: “Belpietro ne risponderà in tribunale”

Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini

Maurizio Belpietro

ROMA – Per mettere fine alla polemica agostana sulla scorta che tutela la sua sicurezza, Gianfranco Fini invita il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, a “intervenire subito, nelle modalità che riterrà più opportune, per consentirmi di non godere più di un privilegio legale”.
Il presidente della Camera interviene sul caso nato dopo gli articoli di “Libero”, con una lettera pubblicata da “la Repubblica” nella quale, riprendendo le parole di un corsivo di Francesco Merlo, scrive che nell’occasione il “fango” si è trasformato in inchiostro, “per bastonare l’avversario politico e compiacere il padrone”.
“Non sarà il primo e non sarà, di certo, l’ultimo giornalista – osserva Fini – a trasformare in modo volgare e patetico il giornalismo di inchiesta, da indispensabile presupposto della libertà di stampa a grottesca caricatura della più ottusa faziosità. Ne risponderà, come tante altre volte, in tribunale”, aggiunge il presidente della Camera riferendosi a Maurizio Belpietro e a “Libero”.
Fatta salva la solidarietà che gli è giunta da Schifani e Casini, il presidente della Camera sottolinea, tuttavia, il “silenzio distratto” su un episodio che investe forzatemente buona parte del mondo politico. “Non credo che Alfano, Bersani, Di Pietro, Maroni – solo per citare i segretari di partito – si siano compiaciuti leggendo le falsità di «Libero» sul mio conto. Però mi chiedo: possibile che non abbiano pensato che quando si scrivono falsità così volgari per mettere qualcuno alla berlina quale «satrapo della casta e sperperatore di pubblico denaro» si alimenta un sentimento giacobino di delegittimazione di tutta la politica?”.
“Oggi – osserva Fini – è toccato a me, domani potrebbe toccare a loro, perché anch’essi hanno la scorta, più o meno numerosa. Perché anch’essi rappresentano il Palazzo, con il potere e i privilegi, veri o presunti, propri dello status di ottimati della Repubblica”.
“Gli uomini e le donne impegnati ogni giorno nei servizi di scorta – aggiunge Fini commentando un altro passaggio del corsivo di Merlo – non omaggiano proprio nessuno. Fanno il loro dovere con professionalità e sacrificio, non certo perché ben pagati, anzi… Personalmente li considero dei preziosi collaboratori da rispettare, non certo dei famigli”.
“Ho letto – continua il presidente della Camera – che il ministro Cancellieri ha confidato a Merlo di voler cogliere l’occasione per «rilanciare la battaglia che da tempo vuol condurre a testa alta sull’uso e l’abuso delle scorte». Molto bene, lo faccia subito e non solo a parole. Non dubito né della sua volontà, né delle sue capacità. Dubito che possa riuscirvi se non avrà il sostegno convinto delle burocrazie ministeriali e soprattutto se il mondo politico – conclude Fini – non saprà trarre da questa vicenda agostana l’occasione per uno scatto di reni, per dimostrare concretamente di non essere una casta”. (Adnkronos)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *